(Francesca Cerocchi, IL "MESSIA" DI G. F. HAENDEL) il libretto del Messia opera
di cui l'autore -Jennens- andava molto orgoglioso: le tre parti di cui
si compone sono piuttosto separate l'una dall'altra per quanto riguarda i
contenuti. Nella prima parte l'attesa e l'annuncio dei profeti
culminano con la nascita dal Salvatore ("A child is born") e con
glorificazioni e tripudi varii. La seconda parte, anche detta "Piccola
passione, funge quasi da antitesi: in essa si passa da sentimenti mesti a
toni di dolore lacerante (("Thy rebuke hat broken His hearth; He is
full of Heaviness") fino all'apoteosi della Resurrezione (v. senso di
potenza e di vittoria che trasmette l' "Alleluja"). Nella terza parte
sono esposti gli effetti della vittoria di Cristo sulla morte
(sintetizzabili nelle parole di Paolo "The trumpet shall sound ..... and
we shall be chang'd"); il culmine è l' Amen con la sua ricca polifonia
delle quattro voci del coro e della strumentazione orchestrale.
Questi
tre blocchi, questi tre pezzi di storia non rimangono però staccati uno
dall'altro proprio grazie alla musica di Handel che agisce da elemento
unificante e -come sostengono alcuni- fa da veicolo della parola.
Il
senso generale, filosofico dell'opera va rintracciato nell'esposizione
di una religione saggia, ottimistica, larga, comprensiva; e la musica a
ciò contribuisce potentemente e con efficacia. Musica che non è più
considerata oggi la più alta che Haendel abbia scritto, ma forse la più
universalmente accessibile.
- [1] Il coro del CIMA di Sergio Seminovic e di Sabine Milke Cassola
IL "MESSIA" DI G. F. HAENDEL (1685-1759)
Oratorio per soli, coro e orchestra (di Piero Leone)
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