LA
"PASSIONE SECONDO S. MATTEO"
DI
J. SEBASTIAN BACH (1685-1750)
La
più antica notizia di una Passione recitata (ma non
necessariamente cantata) risale a S. Agostino e si riferisce
all'anno 4001.
Nel IX secolo la gerarchia ecclesiastica raccomanda di diversificare
la recitazione della Passione secondo i personaggi: "la
recitazione per la parte di Cristo doveva essere su un registro
vocale più grave e con un ritmo di parola più lento,
mentre il ruolo dell'evangelista era da leggere su un registro più
acuto ed un ritmo più rapido, tendenzialmente analogo a quello
del parlato naturale"2.
Nel XIII secolo "la lettura della Passione comincia a rendersi
sempre più autonoma e comincia anche a staccarsi dai Vangeli
<...> Qualche tempo dopo l'effettiva divisione del testo tra
diversi soliloquentes
(Cristo, Evangelista, Pietro, Pilato, Caifa ...), le turbae
- i ruoli collettivi degli ebrei o dei discepoli nel loro complesso -
potevano essere cantate da un coro omofonico"3.
Insomma, "la differenziazione melodica dei diversi
personaggi precede la drammatizzazione della Passione"4.
Nel
Settecento, il precedente più importante delle Passioni di
Bach
é la "Der für die Sünden der Welt gemarterte
und sterbende Heiland Jesu" di Barthold Heinrich Brockes, testo
che venne messo in musica da Keiser, Telemann e soprattutto da
Händel. Quest'ultimo musicista fa della passione una vera e
propria opera teatrale sul modello dell'opera melodrammatica, con una
"drammatizzazione della vicenda sacra, mescolando liberamente
elementi tratti da tutti e quattro i testi canonici, amplificando ed
esasperando gli aspetti patetici e descrittivi della Passione,
riducendo la vicenda sacra ad una drammatica e compassionevole azione
umana"5.
Questi
elementi sono presenti anche in Bach, soprattutto nella Passione
secondo Giovanni. Ma Bach non vuole fare della Passione un melodramma
e resta legato al modello dell'oratorio. La Passione resta
comunque una composizione fortemente sacra, una Via crucis, come
dice Paolo Russo6:
"Il tutto si presenta come una metafora della processione: il
fondamentale momento della liturgia e della devozione barocca,
rivive nelle passioni di Bach attraverso la metafora della via
crucis." Ma, come aggiunge lo stesso Russo: "Bach sa però
trarre da questa pratica tradizionale una carica teatrale e
drammatica insospettata. Gioca sull'ambivalenza dei testi liberi
che possono essere preghiera e commento ma anche talvolta
espressione partecipata alla Passione e al dolore di Cristo della
comunità dei credenti e dell'anima cristiana; gioca anche
sull'ambivalenza del testo evangelico che é memoria e
racconto ma anche riattualizzazione e dramma per definire una
teatralità ed una drammaturgia assolutamente uniche.
Quando emerge, il teatro di Bach é un teatro gestuale,
icastico che sa cogliere nella parola tutta la carica troppo
scenica dell'evento narrato. Il recitativo che nell'opera italiana
troppo spesso era la sezione narrativa emotivamente neutra, in Bach
acquista invece un tratto aspro, teso, calibratissimo e che talvolta
riesce a dare spessore emotivo perfino al tono epico delle
parole dell'evangelista".
E
Alberto Basso7
immagina che Bach sia stato ben consapevole dell’importanza
dell’opera realizzata con la Passione secondo Matteo: “Possiamo
ben immaginare che Bach fosse conscio di avere dato vita ad un’opera
irripetibile, di avere scavato nella natura del Cristo come se si
fosse trattato di ispezionare, vivisezionandolo, il proprio
intelletto e le proprie qualità morali”. E queste
osservazioni del grande studioso italiano di Bach inducono a tentare
un ardito accostamento tra Bach e Kant: così come il filosofo
di Koenigsberg ‘interiorizzava’ con la sua rivoluzione
copernicana etica, la legge morale, trasformandola da obbligo esterno
in imperativo categorico interiore, così Bach nella sua
‘Passione’ accosta continuamente gli eventi del Cristo ai
processi che avvengono nell’anima umana, traducendo gli uni nei
termini degli altri, con un processo di interiorizzazione simile a
quella operata dal filosofo.
STRUTTURA
La
Passione secondo S. Matteo é stata composta nel 1727 (anche se
in passato si riteneva fosse composta più tardi, nel 1729) e
fu rappresentata per la prima volta in quello stesso anno a
Lipsia8.
Il motivo per cui questa Passione é a due cori e a due
orchestre è un fatto contingente: il fatto, cioè, che
Bach poteva disporre, per l'esecuzione, di una chiesa, a Lipsia, in
cui i due cori si potevano disporre l'uno di fronte all'altro, in
modo da creare un efficace effetto stereofonico (come del resto
succedeva a Venezia, a San Marco, dove i fratelli Gabrieli, nel XVI
secolo, inventarono la musica stereofonica).
Ma
l'opera non era allora come é oggi. Nel 1736 venne eseguita
nuovamente in forma più allargata, ma solo nel 1740 acquisterà
la sua struttura attuale.
Il
testo é in parte del Vangelo e in parte di Christian Friedrich
Henrici, detto Picander. Bach considerava il testo come un elemento
estremamente importante: infatti per questo, nel manoscritto, esso
venne da lui scritto interamente con inchiostro rosso.
Scrive
Paolo Russo9:
"Bach dà voce alla memoria della Passione di Cristo
secondo lo spirito e le forme della liturgia. La ripercorre
attraverso un testo sacro, il testo evangelico, e la incornicia
tra due momenti estranei, un coro introduttivo ed uno di congedo, che
la sbalzano, la isolano dal comune scorrere delle cose e del
tempo attribuendole caratteri sacramentali e monumentali."
La
struttura narrativa della Passione secondo Matteo, secondo l'analisi
di Paolo Russo10,
é la seguente: per quanto riguarda l'ambito narrativo comune
alle due Passioni:
"Parte
prima:
1)
nell'orto di Getsemani: tradimento e arresto (Gv. 18,1-11)
2)
il primo processo, davanti al Sinedrio con il rinnegamento di Pietro
(Gv. 12-27; Mt. 26, 75)
Parte
seconda:
3)
processo davanti a Pilato (Gv. 18, 28-19,17)
4)
crocifissione e morte (Gv. 19,18-30)
5)
la sepoltura (Mt. 27,51-52; Gv. 19,31-42)."
L'ambito
temporale della narrazione é più ampio di quello della
Passione secondo Giovanni, che non comprende l'ultima cena.
La
Passione secondo S. Matteo é spesso considerasta la più
bella composizione musicale mai scritta (o, per lo meno una
delle 3 o 4 più belle). Le dimensioni sono abbastanza
grandi (dura 2 ore, 51 minuti e 17 secondi, senza intervalli,
nell'edizione discografica diretta da Corboz; quindi oltre le tre
ore, in una normale esecuzione, comprendendo anche gli intervalli),
ma oratori di queste dimensioni - o poco meno - erano normali,
allora. Ha notevoli somiglianze con l'altra bellissima Passione
di Bach, quella secondo S. Giovanni. La Passione secondo Matteo,
però, può essere considerata superiore non tanto per
la bellezza di singoli pezzi, ma anche per la sua struttura generale.
A
questo proposito Steinitz scrive quanto segue: "... siccome la
narrazione comincia molto prima <rispetto al punto in cui comincia
la Passione secondo S. Giovanni> e comprende il complotto di
Giuda e l'Istituzione dell'Eucarestia, le due parti si equilibrano
più armoniosamente e la prima parte risulta più
drammatica di quella della Johannes-Passion. Infatti, nella prima
parte l'accumulo di tensione drammatica e affettiva non ha un attimo
di cedimento. ... La prima parte termina ... al momento, gravido di
tensione, dell'arresto di Gesù e della fuga dei discepoli. La
seconda parte, più lunga, inizia lentamente con l'aria
della figlia di Sion con coro, ... e attraverso la scena dei falsi
testimoni ... sfocia nel primo degli interventi con cui la turba
chiede la morte di Gesù, ... Da questo punto, gli eventi
tragici si susseguono con rapidità incalzante: gli insulti e
le percosse, il rinnegamento e il rimorso di Pietro, il
pentimento e il suicidio di Giuda e la flagellazione ... Si apre
quindi, nello svolgimento della vicenda, una parentesi di alcune
ampie arie <...> Dal n. 71 ('E dall'ora sesta...'), la
Matthaeus-Passion procede rapidissima verso il culmine del
dramma. Il grido 'Eli' ... la morte ... lo squarciarsi del velo del
tempio; il terremoto e le tombe che si aprono: tutti questi episodi
si dipanano velocemente sino alle parole del centurione e di
'quelli che erano con lui': "Costui era davvero il Figlio di
Dio' ..., che sono forse le due battute più impressionanti di
tutta la musica di Bach."11
I
"personaggi" della Passione sono:
*
due cori, a cui in qualche punto si aggiunge un coro di voci bianche;
*
due orchestre;
*
quattro solisti protagonisti oltre all'Evangelista: e cioè
Cristo, Giuda, Pietro oltre a qualche personaggio minore.
La
Passione secondo Matteo é formata dei seguenti elementi:
a)
cori:
sono pezzi abbastanza lunghi, ovviamente per coro, che in un caso
sono basati su una struttura di "corale" (vedi più
avanti). Il testo non é tratto dal Vangelo e il personaggio
che rappresentano é la comunità dei fedeli. Sono tre,
che si trovano rispettivamente all'inizio, nel punto più
drammatico (n. 33), quando Gesù viene arrestato, e alla
fine di tutta l'opera.
b)
corali:
anche queste sono una specie di "preghiera" recitata dai
fedeli. La la melodia non é di Bach, bensì quella di
qualche corale luterano originale, modificata e arricchita,
oppure di qualche canto anche profano. Naturalmente, il ruolo di
Bach nell'elaborare queste melodie é fondamentale: la melodia
originale resta poco più che un pretesto per comporre
pezzi che vanno considerati a pieno diritto di Bach. Il pezzo finale
della prima parte (n. 35) é un corale per 2 cori enormemente
arricchito ed elaborato, tanto da farne quasi un "coro" nel
senso di cui sopra. Normalmente, invece, il corale ha una
struttura fissa, con un numero di battute poco variabile, una
melodia piana e semplice, omofonica12.
C'é
un corale che nel corso della Passione si ritrova 5 volte, e cioè
quello il cui testo originale é "O Haupt voll Blut
und Wunden" ("O testa, piena di sangue e di ferite");
la melodia é sempre la stessa, anche se in qualche voce (poco
in quella del soprano) c'é qualche leggera variante, spesso
dovuta al testo. Diversa é invece la tonalità e,
naturalmente, il testo. A volte il corale contiene uno o più
ritornelli, con ripetizione della stessa melodia con testi diversi.
c)
turbe:
sono passi corali, di solito molto brevi, in cui il coro rappresenta
il popolo, o una sua parte, o i discepoli di Gesù; in ogni
caso personaggi collettivi del Vangelo. Il testo é quello
del Vangelo. La struttura musicale é di solito
polifonica. Si tratta tuttavia di una polifonia semplice in cui
(di solito) quello che conta é il violento contrapporsi
di blocchi sonori che dà il senso della turbolenza, del
disordine della folla, dello scontrarsi di diverse posizioni.
d)
brani per coro e
solisti. Il testo non
é del Vangelo.
e)
recitativi
in cui il protagonista é l'Evangelista, il cui testo
appartiene al Vangelo. In questi possono inserirsi, sempre in forma
di recitativo, interventi di alcuni personaggi (Giuda,
Gesù, Pietro, ecc.). Nella Passione secondo S. Matteo gli
interventi di Gesù nei recitativi sono sempre - o quasi13
- accompagnati dagli archi dell'orchestra, che per giunta cessano un
po' dopo la fine dell'intervento di Gesù stesso, quasi a far
pensare all'aureola che circonda il personaggio (osservazione di
Siminovich). Questo ruolo dell'orchestra nell'accompagnare gli
interventi di Gesù mancava invece nella Passione secondo S.
Giovanni.14
f)
Poi ci sono altri "recitativi" in cui canta un solista che
non é un personaggio del Vangelo: il testo é di
Picander. Questi recitativi, anche se si chiamano così,
in realtà sono degli "ariosi",
qualcosa a metà strada tra il recitativo e l'aria, e di
solito precedono l'aria affidata allo stesso solista del
recitativo-arioso. Dice Bourgeois che l'"arioso" "opera
la delicata transizione tra la narrazione obiettiva del dramma e
l'effusione lirica soggettiva espressa nell'aria" e tratteggia
l'atmosfera del contesto in cui si svolge quella fase dell'azione.
Basso15
osserva che i recitativi-ariosi hanno una notevole funzione
espressiva e da questo punto di vista sono “spesso superiori
per intensità e bellezza alle arie”.
g)
Le arie,
che “in dieci casi su quattordici sono precedute da un
recitativo (è questo il termine impiegato da Bach) con
strumenti obbligati, cioè da un arioso.
<…> E’ lecito affermare che i due elementi
dell’arioso e dell’aria si fondono in un unco organismo”
(Basso)16.
Il
testo di Bourgeois da cui ho tratto diverse osservazioni fornisce
anche i seguenti interessanti dati:
Gesù
interviene 14 volte
L'Evangelista
interviene 43 volte
I
solisti (a volte come personaggi della storia, altre volte come
commentatori) intervengono 43 volte.
I
due cori intervengono 41 volte.
"Ne
risulta che i 22 attanti musicali intervengono in totale 141 volte;
... questa somma ... corrisponde esattamente al numero dei versetti
biblici contenuti nel 26. e 27. capitolo del Vangelo di Matteo (75 +
66) che raccontano la Passione" (Bourgeois). (D’altra
parte queste corrispondenze numeriche sono frequentissime in tutta
l’opera di Bach).
Inoltre:
il coro I canta 4 volte da solo
il
coro II canta 8 volte da solo
i
2 cori cantano insieme con musica diversa 12 volte
i
2 cori cantano all'unisono 17 volte
Il
coro I rappresenta, quando canta da solo, i discepoli e i testimoni
della crocifissione. Il coro II invece rappresenta o "i cattivi"
o i fedeli. Quando i due cori cantano insieme ma con musica diversa,
rappresentano la folla. Quando invece cantano all'unisono i due
cori rappresentano i fedeli.
ESPOSIZIONE
ANALITICA
Parte
prima
1.
Coro I e II (6'50'')
Testo17
Venite,
fanciulle, aiutatemi nei miei lamenti! Guardate! - Chi? - lo sposo,
Guardatelo! - come? - come un agnello.
O
agnello innocente di Dio, sgozzato al tronco della croce.
Guardate! - Cosa? - Guardate la sua pazienza. Sei
sempre stato paziente, anche se oggetto di disprezzo.
Guardate - dove? - alla nostra colpa. Tutti
i peccati hai preso su di te, altrimenti noi dovremmo
scoraggiarci.
Guardatelo, pieno di grazia e di amore, porta lui stesso il legno
della propria croce. Abbi
pietà di noi, o Gesù!.
Commento
(Le
frasi in grassetto sono cantate da una voce supplementare di soprani
- "soprano in ripieno" - a volte eseguita da un coro di
voci bianche. Queste frasi sono cantate su una melodia da
corale, che si contrappone e si fonde con le altre voci che
hanno diversa caratteristica. Le poche parole - chi?, come?,
cosa? - tra due trattini sono brevissimi interventi del secondo
coro che dialoga col primo).
La
caratteristica musicale del pezzo é quello di uno sviluppo
di tipo fugato di due temi, uno ascendente e uno discendente. Il
primo viene realizzato dai fiati, il secondo dai violini. Il
ritmo é in 12/8, e corrisponde a quello che a quell'epoca si
chiamava "siciliana".
"La
forza espressiva di questo primo 'movimento' della Passione si
basa su una doppia immagine: da una parte la processione delle figlie
di Sion18
che si avvicinano al loro 'fidanzato' messo a morte ... (tema
discendente che simbolizza l'incarnazione), dall'altra parte
sullo sviluppo sinfonico, in cui a queste ondate di pianto umano
(simbolizzato dal tema ascendente) si oppone un basso sovrano che
gravita nella vicinanza dell'eternità divina"
(Bourgeois).
Arnold
Schering19
descrive efficacemente la situazione in questi termini: "Due
cori (donne, le simboliche 'figlie di Sion') si incontrano sulla
strada del Golgatha e si scambiano lamenti angosciati, guardando da
lontano il corteo della crocifissione".
Si
comincia con un'introduzione orchestrale che propone i principali
temi del pezzo. Alla 17. battuta interviene il coro I (anche se
spesso – e anche nella nostra esecuzione – in questo caso
i due cori cantano insieme). C'é un grande uso di "ritardi",
cioè di note che si prolungano in modo da creare dissonanza
con la nota cantata da qualcuna delle altre voci. Si ha in questi
punti la "messa di voce", cioè un piccolo
crescendo operato nel corso della stessa emissione della singola
nota, in modo da evidenziare la dissonanza e aumentare l'effetto
di tensione.
Alla
battuta 26 le voci si ritrovano insieme sulle parole "sehet"
(vedete) e qui interviene per la prima volta il coro II, che domanda
brevemente "wen?" ("chi?"). Questo domandare
e rispondere si ripresenta diverse volte. Dopo il quarto di
questi brevissimi interventi del coro II, il coro I riprende la
sua melodia, mentre compare un nuovo personaggio, il coro di soprani
‘in ripieno’ che interviene sulle parole "O Lamm
Gottes unschuldig" ("o agnello innocente di Dio")20.
Quasi subito dopo i tre cori cantano contemporaneamente, perché
il secondo torna a fare le sue domande. C'é un interludio
orchestrale e poi riprende il dialogo tra i due cori. Ma dopo un
nuovo breve episodio strumentale il secondo coro si fa sentire
con interventi più lunghi, e non di una sola nota, come é
accaduto finora, mentre l'accompagnamento orchestrale si fa
saltellante per le note puntate. E riappaiono anche i soprani che
cantano il corale. Riprende quindi l'andamento iniziale, e dopo 4
battute ritorna il corale che conclude la sua preghiera. Si va così
verso la conclusione, con nuovi elementi melodici che variano e
arricchiscono quelli precedenti, con una intensità
crescente del volume di suono e della tensione drammatica. La
tensione é resa anche (come ha notato Siminovich) dal
fatto che a un certo punto restano in scena solo le voci
femminili, il che dà una sensazione di sospensione,
che non cambia con il rientro in scena dei tenori, ma solo con quello
dei bassi, poche battute prima della fine. Dopo un paio di nuove
domande del coro II, con la risposta del coro I, il meraviglioso
brano si conclude.
2.
Recitativo (Evangelista, tenore; Gesù, basso) (0' 41'')
Testo
Evangelista:
Quando Gesù ebbe finito questi discorsi, disse ai suoi
discepoli:
Gesù:
Voi sapete che fra due giorni sarà la pasqua e il Figlio
dell'uomo sarà catturato per essere crocifisso.
Commento
E'
un recitativo abbastanza normale. Notare il vocalizzo sulla parola
"gekreuziget" ("crocifisso"), il cui movimento
sembra alludere alla forma della croce (del resto le figure
melodiche alludenti alla forma della croce sono molto frequenti in
Bach). Le parole di Gesù, in tutta la passione “sono
sempre pronunciate secondo uno stile declamato, ricco di mistica
fierezza e di profetica verità, accompagnato dagli archi”
(Basso)21.
Questo procedimento risale ad una tradizione precedente a Bach
(Siminovich).
3.
Corale (Coro I e II) (0'46'')
Testo
O
Gesù, caro di cuore, che delitto hai commesso perché ti
si debba giudicare così severamente? Qual é la colpa,
in quali delitti sei caduto?
Commento
Molto
bello. La melodia (indipendentement3e dalla diversa tonalità e
dai cambiamenti ritmici dovuti al testo) é la stessa del primo
corale della Passione secondo S. Giovanni.
Notare,
oltre alla linea melodica le note brevi (crome, qualche volta
semicrome) con cui di volta in volta questa o quella voce movimenta
il pezzo. La stessa melodia di questo corale viene ripresa al n. 55
(il corale "Wie wunderbarlich ist doch diese Strafe")
4.
Recitativo (Evangelista, tenore) (0' 25'')
Testo
Allora
si radunarono i pontefici e gli anziani del popolo nel palazzo del
pontefice detto Caifa, e tennero consiglio per impossessarsi di Gesù
con inganno e metterlo a morte: Dicevano però:
5.
Turba (Cori I e II) (0'16'')
Testo
Non
durante la festa, affinché non avvenga un tumulto nel popolo.
Commento
Ed
ecco la prima "turba". I due cori dicono lo stesso testo,
sfalsati, inseguendosi e sovrapponendosi, quasi a dare
l'impressione sia della concitazione dei sacerdoti, sia di
quella dell'eventuale tumulto del popolo che si vuole
evitare. Si ha quindi un doppio descrittivismo: quello delle persone
che parlano e quello dell'argomento di cui esse parlano.
6.
Recitativo (Evangelista, tenore) (0'30'')
Testo
Ora,
trovandosi Gesù a Betania, in casa di Simone il lebbroso,
gli si avvicinò una donna che aveva un vaso di alabastro
d'unguento molto prezioso e glielo versò sul capo, mentre
sedeva a tavola. A tal vista, i discepoli si indignarono
dicendo:
7.
Turba (Coro I) (0'29'')
Testo
A
che questo spreco? Infatti poteva essere venduto a caro prezzo e dato
ai poveri.
Commento
Qui
la turba rappresenta i discepoli che ragionano ancora in modo molto
tradizionale. La domanda "Wozu?" ("A che?")
rimbalza un po' istericamente di voce in voce. Secondo Bourgeois la
collera dei discepoli é rappresentata "prima dalla
sillabazione scandita e ripetitiva della loro domanda ("Wozu?")
poi dal disegno saltellante e sincopato dei flauti che
simbolizzano lo spreco ..., infine dallo inizio dissonante <a
partire dalle parole "Dieses Wasser..." - "questa
acqua...", della fughetta> (carico di ipocrisia?) e
martellato con cui invocano il dono ai poveri."
8.
Recitativo (Evangelista, tenore. Gesù, basso) (1'29'')
Testo
Evangelista:
Ora Gesù, conosciuto ciò, disse loro:
Gesù:
Perché date noia a questa donna? Essa infatti ha compiuto
un'opera buona verso di me, perché i poveri li avrete sempre
con voi, me invece non sempre mi avrete. Essa dunque, spargendo
quest'unguento sul mio corpo, l'ha fatto per la mia sepoltura. In
verità vi dico che dovunque sarà predicato questo
vangelo nel mondo intero, si parlerà pure di ciò che
ella ha fatto, in ricordo di lei.
Commento
Bel
recitativo, soprattutto nella parte in cui parla Gesù:
melodioso e solenne, sottolineato dall'accompagnamento a note lunghe
degli archi. Sulla parola "wahrlich" ("veramente"),
pronunciata da Gesù, qui come in tutti gli altri casi,
c'é sempre un arpeggio del basso continuo.
9.
Recitativo (Contralto) (1')
Testo
Caro
Salvatore, quando i tuoi discepoli litigano perché questa
donna con i suoi unguenti ti vuole preparare alla tomba, lascia che
io mi avvicini a te e sparga le lacrime che escono dai miei occhi sul
tuo capo.
Commento
Qui
il testo non é, ovviamente, quello del Vangelo, bensì é
un commento a quanto si é appena svolto sulla scena. La
solista é il contralto perché - secondo Bourgeois - é
questa voce quella a cui in generale nella Passione é affidato
il compito di lamentarsi e di compiangere.
Si
chiama recitativo, ma sembra quasi un "arioso", e prepara
la successiva aria affidata alla stessa solista. La melodia
é molto legata al testo, ma non é una semplice
declamazione. Importante l'accompagnamento a ricamo dei flauti.
10.
Aria (Contralto) (4' 40'')
Testo
Penitenza
e pentimento lacerano il mio cuore di peccatore, in modo che le gocce
delle mie lacrime, producano per te, o prezioso Gesù,
l'effetto di un prezioso aroma.
Commento
E
siamo arrivati alla prima aria. Questa é un'aria col "da
capo"; quando é finito si ripete la prima parte, per dar
modo agli ascoltatori distratti di sentire meglio il pezzo. Il testo,
naturalmente, non appartiene al Vangelo, ma é di Picander.
Anche qui, come nel recitativo precedente, i protagonisti
all'interno dell'orchestra sono i flauti, a volte all'unisono, a
volte con note diverse, parallele o convergenti. Nella seconda parte,
che si sente una volta sola, alle parole "dass die Tropfen ..."
("che le gocce ...") i flauti suonano per qualche secondo,
due volte, note "puntate", cioè staccate, per dare
l'idea, appunto, delle gocce che cadono. Questa associazione tra
lacrime e aromi è uno dei tanti ossimori tipicamente barocchi
che caratterizzano il testo di Picander22.
11.
Recitativo (Evangelista, tenore; Giuda, basso) (0'34'')
Testo
Evangelista:
Allora uno dei dodici, detto Giuda Iscariota,
andatosene
dai pontefici, disse:
Giuda:
Che cosa volete darmi, e io ve lo consegnerò?
Evangelista:
Quelli fissarono con lui trenta denari, ed egli,
da quel momento, cercava un'occasione opportuna per consegnarlo.
Commento
Siminovich
osserva che l'accompagnamento armonico all'intervento di Giuda é
molto povero: come se quasi nessuno volesse accompagnarlo.
12.
Aria (Soprano) (4' 41'')
Testo
Sanguina
pure, o caro cuore! Ah, un fanciullo che tu hai educato, che si é
nutrito al tuo petto, minaccia di uccidere il suo tutore, perché
si é trasformato in un serpente.
Commento
Anche
qui - e lo stesso vale per tutte le arie, così che non lo
ripeterò più - il testo non é quello del
Vangelo. Si tratta delle riflessioni della madre di Giuda di
fronte alla metamorfosi di suo figlio. Quest'aria con da capo é
accompagnata da tutta l'orchestra e non solo da alcuni strumenti
(come quella precedente). La prima frase, sulle parole "Blute
nur" ("sanguina pure"), insieme alle note staccate dei
flauti (simile a quelle dell'aria precedente) pare alludere, per
Bourgeois, al sanguinare del cuore. Nella seconda parte, dopo
l'interludio orchestrale, sulla parola "Schlange"
("serpente") la melodia contiene un vocalizzo a forma,
appunto, di serpente (osservazione di Bourgeois e di Siminovich).
13.
Recitativo (Evangelista, tenore) (0' 12'')
Testo
Ora,
nel primo giorno degli azzimi, i discepoli si avvicinarono a
Gesù, dicendo:
14.
Turba (Coro I) (0'23'')
Testo
Dove
vuoi che ti apparecchiamo per mangiare la pasqua?
Commento
E'
una "turba" piuttosto tranquilla, perché qui i
discepoli non sono né impauriti né farisaici. Andamento
in parte omofonico e in parte polifonico. C'è una divisione
tra voci maschili e femminili, forse perché nelle cerimonie
pasquali ebraiche uomini e donne erano separati.
15.
Recitativo e coro
(Evangelista,
tenore; Gesù, basso; Coro I (turba dei discepoli) (1'32'')
Testo
Evangelista:
Egli rispose:
Gesù:
Andate dal tale nella città e ditegli: Il maestro dice: Il mio
tempo é vicino, farò da te la Pasqua con i miei
discepoli.
Evangelista:
E i discepoli fecero come Gesù aveva loro comandato e
prepararono la pasqua. Venuta la sera, si mise a tavola con i dodici
e, mentre mangiavano, disse:
Gesù:
In verità vi dico che uno di voi mi tradirà.
Evangelista:
Ed essi, grandemente rattristati, cominciarono a dirgli uno dopo
l'altro:
Coro
I: Sono forse io, o Signore?
Commento
Da
notare che qui abbiamo, nello stesso testo evangelico, vari discorsi
diretti incastonati l'uno nell'altro. L'evangelista dice che
Gesù dice che i discepoli devono dire che Gesù ha detto
...
Questo
recitativo é particolarmente interessante. Notare la dolce
solennità dell'eloquio di Gesù, anche qui - come
altrove - sottolineato dalle lunghe note dell'organo. Ciò vale
soprattutto per il suo secondo intervento, più
drammatico, con una linea melodica tortuosa, che si conclude in modo
abrupto (Bourgeois). Inoltre (osservazione di Siminovich) quando Gesù
parla del tradimento l'accompagnamento degli archi è
caratterizzato da aspre e dolorose dissonanze, come a dire che il
tradimento è doloroso.
Alla
fine del recitativo c'é una brevissima "turba" in
cui i discepoli chiedono ognuno se si tratta di lui. Gli
interventi si sovrappongono disordinatamente. La parola "Herr"
("Signore") viene ripetuta 11 volte, perché quelli
che lo chiedono sono tutti ad eccezione di uno, cioè Giuda,
che invece la domanda la fa dopo (n. 17).
16.
Corale (Cori I e II) (0'48'')
Testo
Sono
io, io dovrei espiare, legato mani e piedi, nell'inferno. Le
fustigazioni e le catene e tutto quello che tu hai sopportato,
lo ha meritato la mia anima.
Commento
La
vicenda di Gesù viene interiorizzata (sono io); abbiamo una
specie di "anti-proiezione".
La
stessa melodia viene riutilizzata nel corale del n. 44 ("Wer hat
dich so geschlagen": "Chi ti ha colpito così").L'origine
di questa melodia è una musica di Heinrich Isaak, "Innsbruck,
ich muss dich lassen" ("Innsbruck, ti devo lasciare").
Abbiamo qui un esempio di ‘parodia’, cioè di
riciclaggio di una musica profana per un'opera sacra (cosa del resto
molto abituale allora).
17.
Recitativo
(Evangelista,
tenore; Gesù, basso; Giuda, basso) (2'56'')
Testo
Evangelista:
Egli, rispondendo, disse:
Gesù:
Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quegli mi tradirà.
Certo, il Figlio dell'uomo se ne va, com'è stato scritto di
lui, ma guai a quell'uomo, per mezzo del quale il Figlio dell'uomo
sarà tradito. Sarebbe stato meglio per lui che non fosse nato
quell'uomo.
Evangelista:
Ora Giuda, che era per tradirlo, prese a dirgli:
Giuda:
Sono forse io, Rabbi?
Evangelista:
Gli rispose:
Gesù:
Tu l'hai detto.
Evangelista:
Mentre poi essi mangiavano, Gesù prese del pane e, dopo averlo
benedetto, lo spezzò e lo diede ai discepoli, dicendo:
Gesù:
Prendete e mangiate: questo é il mio corpo.
Evangelista:
Avendo poi preso il calice, reso che ebbe grazie, lo diede loro
dicendo:
Gesù:
Bevetene tutti, perché questo é il mio sangue del patto
che sarà versato per molti in remissione dei peccati. Io
vi dico: D'ora in poi non berrò più del frutto della
vite, fino a quel giorno in cui lo berrò di nuovo con voi nel
Regno del Padre mio.
Commento
Questo
complesso recitativo è quasi una scena da opera lirica,
con tre personaggi e diversi interventi. La forma musicale resta
tuttavia quella di un vero e proprio recitativo, anche se il
tempo dispari (di 6/4) appare qui per l'unica volta in un recitativo
in tutta la Passione e ne fa - come dice Bourgeois - quasi
un "arioso", soprattutto nell'ultimo intervento di
Gesù. Ma si noti anche - prima - il carattere timoroso del
brevissimo intervento di Giuda: mentre prima (al numero 15)
le domande dei discepoli ("Sono io?") avevano tutte un
andamento ascendente, perché gli 11 (i 12 eccetto Giuda)
avevano la coscienza tranquilla, qui Giuda ha la coda di paglia, e
quindi la voce gli cade giù: do-fa. E Gesù risponde "Tu
l'hai detto", come a dire: io non mi prendo la responsabilità,
lo hai detto tu. Gesù dice questo diverse volte nella Passione
e sempre (come osserva Siminovich) la frase viene realizzata
melodicamente con un passaggio da dominante a tonica. Ma quando fa
quest'affermazione in modo ironico l'andamento è discendente,
quando invece vuole proprio dire sul serio quella cosa (come in
questo caso) l'andamento è ascendente.
La
parte più bella é comunque l'ultima, quella
dell'istituzione dell'Eucarestia, in cui il recitativo si svolge in
una vera e propria melodia, mentre anche l'accompagnamento
strumentale si fa più mosso, intrecciandosi ad "imitazione"
(procedimento affine alla fuga ma un po' diverso) con la melodia
cantata da Gesù.
18.
Recitativo (Soprano) (1'37'')
Testo
Anche
se il mio cuore si scioglie in lacrime perché Gesù
prende congedo da me, tuttavia il suo testamento mi rende
felice: la sua carne e il suo sangue, oh che preziosità!,
affida alle mie mani. Così come sulla Terra egli non poteva
avere alcuna cattiva intenzione nei confronti dei suoi discepoli,
così continua ad amarli fino alla fine.
Commento
Il
clima é dolente e appassionato. Dice Bourgeois che la solista
soprano corrispondente al I coro (a ognuno dei cori
corrispondono i suoi solisti e la sua orchestra) incarna
l'ardore dell'anima cristiana votata all'amore di Gesù.
Da notare l'accompagnamento dei due oboi d'amore, la cui linea
melodica ondeggiante evoca (sempre secondo Bourgeois) l'ambiguità
tra dolore e speranza relativamente alla morte di Cristo, esposta nel
testo.
19.
Aria (Soprano) (3'53'')
Testo
Ti
voglio donare il mio cuore, scendi ad esso, o mia salvezza!
Voglio perdermi in te; se il mondo ti sembra troppo piccolo, tu devi
essere per me più che il mondo e il cielo.
Commento
Aria
molto bella, che appare una risposta all'arioso precedente,
rispetto al quale rappresenta una specie di agile ripresa di
movimento dopo quel brano un po' statico. Anche qui ritroviamo gli
oboi d'amore che in parte accompagnano la solista e in parte si
contrappongono ad essa.
20.
Recitativo (Evangelista, tenore; Gesù, basso) (1' 06'')
Testo
Evangelista:
E, dopo aver recitato l'inno, uscirono al Monte degli Ulivi. Allora,
dice loro Gesù:
Gesù:
Tutti voi vi scandalizzerete per causa mia in questa notte. E'
scritto infatti: "Percuoterò il pastore e saranno
disperse le pecorelle del gregge". Ma dopo che sarò
risuscitato, vi precederò in Galilea.
Commento
Recitativo
molto bello, soprattutto nel punto in cui Gesù, citando il
profeta Zaccaria, parla delle pecore che saranno disperse. Notare a
questo punto il nervoso accompagnamento degli archi, in cui le
semicrome puntate vogliono dare appunto il senso della "dispersione".
E, subito dopo, la più solenne frase finale.
21.
Corale (Coro I e Coro II) (1'08'')
Testo
Riconoscimi,
o mio custode, mio pastore accoglimi; da te, fonte di ogni bene, mi é
stato fatto molto bene. La tua bocca mi ha deliziato con latte e
dolce pasto, il tuo spirito mi ha fatto dono di gioie celesti.
Commento
La
musica di questo corale si ritrova 5 volte nella Passione: qui,
poi al n. 23, al 53, al 63 e al 72. Cambia invece il testo, la
tonalità e qualche piccolo particolare di scarsa importanza.
Secondo Siminovich, non é casuale che questo corale inizi con
la parola "Erkenne" ("Riconosci"), come se in
questo modo Bach volesse alludere al fatto che, per far riconoscere
la melodia di questo corale, si dispone a ripeterla 5 volte in
tutto nel corso della Passione (oppure potrebbe voler dire: guardami
bene in faccia, così mi riconosci quando ritorno). La musica é
tratta "da un canto profano di Hans Leo Hassler, poi adattata ad
un testo di corale di Christoph Knoll pubblicato nel 1613. <...>
Compare anche nella apocrifa Passione
secondo Luca"23
Corale
molto semplice, dolce e tranquillo. Avrete altre 4 volte
occasione di gustarvelo.
22.
Recitativo
(Evangelista,
tenore; Pietro, basso; Gesù, basso) (1' 03'')
Testo
Evangelista:
Ora Pietro, rispondendo, gli disse:
Pietro:
Anche se tutti si scandalizzeranno per causa tua, io non mi
scandalizzerò mai.
Evangelista:
Gesù gli rispose:
Gesù:
In verità ti dico che questa notte, prima che il gallo canti,
mi rinnegherai tre volte.
Evangelista:
Gli dice Pietro:
Pietro:
Anche se sarà necessario che io muoia con te, non ti
rinnegherò.
Evangelista:
Similmente dissero tutti gli altri discepoli.
Commento
Altro
recitativo drammatico. Notare l'indignazione di Pietro che protesta
di non tradire mai Gesù, e la risposta calma e solenne di
Gesù.
23.
Corale (Coro I e Coro II) (1')
Testo
Qui
voglio restare presso di te, non mi disprezzare! Da te non mi voglio
allontanare, quando il tuo cuore si spezza. Quando il tuo cuore
cesserà di battere nell'ultimo respiro, allora voglio
accoglierti nelle mie braccia e nel mio grembo.
Commento
Come
già detto sopra, la melodia é la stessa del corale
precedente. Si potrebbe dire che la stesa melodia è riproposta
per la seconda volta così presto proprio per imprimerla nella
mente dell’ascoltatore, dato che essa deve fungere da ‘sigla’
di tutta la Passione. E sembra quasi che a proprio questo si alluda
con il testo, con la sua possibile doppia interpretazione: “Qui
voglio restare presso di te”, non solo Pietro, il discepolo
dalla promessa facile e dal mantenimento della promessa difficile
(come avviene per i comuni mortali, la cui ‘carne’ è
‘debole’), ma anche questa melodia promette qui (e
manterrà la promessa) di restare presso l’ascoltatore e
di farsi sentire d’ora in avanti altre tre volte.
A
parte questi aspetti metalinguistici o meta-meta-linguistici, c’è
da osservare che - come in altri punti - il testo esprime il
desiderio del fedele di compensare l'infedeltà dei discepoli.
24.
Recitativo (Evangelista, tenore; Gesù, basso) (1'42'')
Testo
Evangelista:
Allora, Gesù viene con loro in un podere detto Getsemani,
e dice ai discepoli:
Gesù:
Sedete qui, mentre io vado là a pregare.
Evangelista:
E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo,
cominciò a rattristarsi e ad essere angosciato. Allora
dice loro:
Gesù:
L'anima mia é triste fino alla morte; restate qui e vegliate
con me.
Commento
Notare
come é rappresentata l'angoscia di Gesù, soprattutto
nel suo secondo intervento, quando, sulla parola "Tod"
("morte") scende su una lunga nota abbastanza bassa che
sembra l'abisso della morte.
25.
Recitativo - corale (Tenore; Coro II) (2'08'')
Testo
Tenore:
O dolore! Qui trema il cuore martoriato! Come cade, come
impallidisce il suo volto!
Coro
II: Qual é la causa di tali sofferenze?
Tenore:
Il giudice lo conduce davanti al tribunale; non c'é
consolazione, nessuno può aiutare.
Coro
II: Ah, i miei peccati ti hanno colpito!
Tenore:
Egli soffre le pene dell'inferno, egli dovrebbe scontare per crimini
altrui.
Coro
II: Io, oh Signore Gesù, ho la colpa di ciò che tu hai
sopportato.
Tenore:
Ah, se il mio amore potesse, o mia salvezza, diminuire o
aiutare a sopportare il tuo tremare e la tua angoscia, quanto
volentieri resterei qui!
Commento
E'
il primo dei due recitativi con coro (cioè con coro non in
funzione di "turba"). L'altro é il penultimo pezzo
della Passione. In ambedue i casi il coro impegnato é il
secondo che qui come altrove (per esempio al n. 1) svolge la funzione
di quello che fa domande e poi commenta la risposta. E' un pezzo
molto bello. Notare la contrapposizione tra le tipiche frasi da
recitativo del tenore (che qui rappresenta - dice Bourgeois - il
discepolo attento, che veglia su Gesù invece di addormentarsi)
e le risposte in forma di corale del coro II che fa una specie di
ninna-nanna, che apparirà più chiaramente come tale
nell'aria seguente.
La
melodia del corale é la stessa del n. 3 ("Herzliebster
Jesu": "O Gesù, caro di cuore").
26.
Aria con coro (Tenore; Coro II) (5'41'')
Testo
Tenore:
Voglio vegliare presso il mio Gesù.
Coro
II: Così i nostri peccati si addormentano.
Tenore:
la pena della sua anima riscatta la mia morte.
Coro
II: Per questo la sua meritoria sofferenza deve essere per noi allo
stesso tempo amara e dolce.
Commento
Molto
bello. La frase iniziale sembra una 'sveglia' col suo andamento
vivace e frizzante: e del resto qui parliamo proprio di stare svegli,
al contrario di quello che fanno quei quaquaraqua di apostoli che non
riescono a tenere gli occhi aperti. Si notino i barrocchismi, le
ricerche di paradossi (peccati che si addormentano, invece dei
discepoli pigri; sofferenza che é allo stesso tempo
amara e dolce). Il carattere dell'aria é lo stesso del
recitativo precedente. Dopo un'introduzione orchestrale il
tenore sostituisce con una melodia lirica la declamazione del
pezzo precedente, e sulla sua nota finale si inserisce il coro con la
sua melodia ondeggiante, cullante. I successivi interventi del tenore
sono più sviluppati del primo e anche il coro risponde con
melodie più ampie.
27.
Recitativo (Evangelista, tenore; Gesù, basso) (0'38'')
Testo
Evangelista:
E, avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra,
pregando e dicendo:
Gesù:
Padre mio, se é possibile, passi da me questo calice. Però
non come voglio io, ma come vuoi tu.
28.
Recitativo (Basso) (1')
Testo
Il
Salvatore cade a terra davanti a suo padre; così
egli redime me e tutti dalla nostra caduta, riportandoci alla grazia
divina. Egli é pronto a bere il calice, l'amaro della morte,
in cui sono stati versati i peccati di questo mondo, che puzzano
orribilmente, perché così piace al caro Dio.
Commento
E'
un recitativo "arioso" che ha la funzione di preparare la
successiva aria, sempre per basso, naturalmente. E' un commento
all'episodio precedente. Anche qui, nel testo, ci sono le solite
immagini barocche (Gesù, cadendo, solleva noi). Secondo
Bourgeois, le semicrome discendenti dell'accompagnamento degli
archi alludono all'atteggiamento della preghiera. Oppure (come
osserva Siminovich) si riferiscono proprio al 'cadere' di cui si
parla nel testo.
29.
Aria (Basso) (4'56'')
Testo
Di
tutto cuore sono disposto ad accettare la croce e il calice, giacché
bevo seguendo l'esempio del mio Salvatore. Giacché la sua
bocca, da cui sgorgano il latte e il miele, col suo primo sorso ha
addolcito il suo sapore e ha dissipato l'amarezza della sofferenza.
Commento
Aria
dolce e melanconica, a 3 voci (solista, violino e basso continuo).
Il ritmo e il carattere delle figure melodiche (con le note legate a
cavallo di battuta e la sensazione di asimmetria che ne risulta)
sottolineano, secondo Bourgeois, le opposizioni baroccheggianti
del testo (amaro del calice contro latte e miele).
30.
Recitativo (Evangelista, tenore; Gesù, basso) (1'09'')
Testo
Evangelista:
Poi viene dai discepoli, li trova addormentati e dice loro 24:
Gesù:
Così, non avete potuto vegliare con me neppure un'ora?
Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito é
pronto, ma la carne é debole.
Evangelista:
Di nuovo, per la seconda volta, se ne andò e pregò
dicendo:
Gesù:
Padre mio, se questo calice non può passare senza che io lo
beva, sia fatta la tua volontà.
Commento
Notare
l'indugio del tenore sulla parola "betete" ("pregò"),
per descrivere l'atteggiamento di preghiera.
31.
Corale (Coro I; Coro II) (1'03'')
Testo
Ciò
che il mio Dio vuole, accada sempre, la sua volontà é
la migliore; é pronto ad aiutare chi crede fermamente in
lui; egli aiuta ad uscire dal bisogno, il pio Dio, e castiga con
moderazione. Chi confida in Dio, costruisce saldamente su di lui, ed
Egli non lo abbandonerà.
Commento
Il
testo é una chiara espressione della trionfante religiosità
protestante, per cui Dio aiuta (anche a diventare ricco) chi ha
fiducia in lui (insomma, la tesi di Weber, sul rapporto tra
protestantesimo e capitalismo). C'é anche il motto della
presidenza degli USA: "we trust in God". Il carattere
"trionfale" appare anche nel tema principale, basato su una
scala ascendente. La seconda parte é più meditativa, ma
il trionfo riappare, seppur temperato, alla fine.
La
musica di questo corale proviene "da una canzone profana
francese pubblicata nel 1519 poi usata ad Anversa per intonare il
Salmo 140 e ripresa per i testi di corali. Bach la parafrasa
nella Cantata BWV 111, e la usa anche nelle cantate BWV 65, 72, 92,
103, 144"25
32.
Recitativo (Evangelista, tenore; Gesù, basso; Giuda, basso)
(2'27'')
Testo
Evangelista:
E, venuto di nuovo, li trovò addormentati, perché i
loro occhi erano aggravati. Lasciati che li ebbe, se ne andò
di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo ancora lo
stesso discorso. Allora viene dai discepoli e dice loro:
Gesù:
Dormite pure e riposate26:
Ecco, si é avvicinata l'ora e il Figlio dell'uomo sarà
consegnato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo: Ecco,
si avvicina colui che mi tradisce.
Evangelista:
E mentre egli ancora parlava, ecco venire Giuda, uno dei dodici,
e insieme a lui molta folla con spade e bastoni da parte dei
pontefici e degli anziani del popolo. Colui poi che lo tradiva
aveva dato loro un segno dicendo: "Quello che bacerò
é lui, arrestatelo". E subito, avvicinatosi a
Gesù, disse:
Giuda:
Salve, Rabbi
Evangelista:
e lo baciò. Ora Gesù gli disse:
Gesù:
Amico, a che scopo sei qui?
Evangelista:
Allora quelli, fattisi avanti, misero le mani su Gesù e
l'afferrarono.
Commento
Altro
recitativo molto teatrale, pieno di azioni raccontate, e dialogo.
Notare l'angoscia espressa dal primo intervento di Gesù, in
cui la parola "verrät" ("tradisce") é
accompagnata da un accordo dissonante di settima diminuita
(Siminovich). Notare anche l'ipocrisia del saluto di Giuda.
Ma
preparatevi a gustare il bellissimo pezzo che viene ora.
33.
Aria con coro (Soprano; Contralto; Coro I; Coro II) (4'05'')
Testo
Soprano
e contralto: Così, Gesù adesso é fatto
prigioniero!
Coro
II: Lasciatelo, fermatevi, non lo legate!
Soprano
e contralto: La luna e il sole sono tramontati, perché il mio
Gesù é prigioniero.
Coro
II: Lasciatelo, fermatevi, non lo legate!
Soprano
e contralto: Lo portano via, é legato!
Cori
I e II: I fulmini e i tuoni sono forse scomparsi tra le nubi? O
inferno, apri il tuo infuocato abisso! Annienta, distruggi,
inghiotti, rompi con improvvisa violenza il falso traditore, il
sangue omicida.
Commento
Non
é il pezzo più bello della Passione (anche se uno dei
più belli), ma certo é il pezzo più
spettacolare, soprattutto nell'ultima parte, quando intervengono i
due cori.
Si
comincia con un'introduzione orchestrale che dà l'effetto di
una situazione "fuori del tempo" (Bourgeois), anche per
l'assenza del basso continuo. L'oggetto della descrizione sono i
passi (resi dai violini) e le catene (cui allude il ritmo
strascicato dei flauti). I due solisti intervengono quindi
in un clima di incerta sospensione (perché la musica, non
appoggiata dal basso, pare, appunto, "sospesa" nel vuoto):
sospensione e perplessità che corrispondono alla situazione
drammatica, in cui Gesù é stato arrestato. Ma ancora
non sembra detta l'ultima parola: "suspence", appunto, in
tutti i sensi della parola. I due solisti intonano la loro melodia
a canone. Sul loro canto si sovrappongono tre volte (l'uso del
numero tre ha un evidente carattere liturgico) i primi
brevissimi interventi del Coro II, che - con urli omofonici -
rappresentano i discepoli che non si rassegnano e vogliono arrestare
l'ineluttabile.
Ma
ecco la sorpresa: improvvisamente si passa dall'"andante"
al "vivace" e i due cori, sovrapponendosi l'uno
all'altro, cantano un pezzo che formalmente é una "turba",
per la sua concitazione. Solo che qui i due cori non rappresentano
personaggi del Vangelo, ma i fedeli più o meno identificabili
con i discepoli indignati per il tradimento di Giuda.
Invocano tutti i più terribili fenomeni meteorologici
("fulmini e tuoni") nel loro desiderio di vendetta. La
musica é fortemente onomatopeica. Le note che alludono ai
fulmini sono "fulminanti", i bassi e i tenori ogni
tanto cantano delle velocissime scale ascendenti e discendenti di
semicrome che danno l'idea del vento. Poi, improvvisamente, abbiamo
una delle "pause" più belle della storia della
musica. “Come uno schianto il discorso s’interrompe
improvvisamente per riprendere, dopo una lunga pausa, sulla nuova
immagine” (Basso)27:
ci si é fermati proprio davanti all'abisso: a quello
dell'inferno, che poi si invoca ad inghiottire il traditore, come se
non bastassero le maledizioni precedenti. E i bassi intonano
note più basse, come a guardare giù nel profondo. E con
violenza crescente ci si avvia alla fine.
34.
Recitativo (Evangelista, tenore; Gesù, basso) (2'29'')
Testo
Evangelista:
Ed ecco che uno di quelli che erano con Gesù, stesa la mano,
trasse fuori la sua spada e, percuotendo il servo del pontefice, gli
tagliò un orecchio. Allora Gesù gli dice:
Gesù:
Rimetti la tua spada al suo posto, poiché tutti coloro che
prendono la spada, di spada periranno. Credi tu che non possa
raccomandarmi al Padre mio, il quale mi manderebbe subito più
di dodici legioni di angeli? Come dunque si adempirebbero le
Scritture, secondo le quali bisogna che così
avvenga?
Evangelista:
In quello stesso momento Gesù disse alle folle:
Gesù:
Come contro un brigante siete usciti con spade e bastoni per
prendermi. Ogni giorno sedevo nel tempio per insegnare e non mi
avete preso. Ma tutto questo é avvenuto, affinché si
adempissero le Scritture dei profeti.28
Evangelista:
Allora tutti i discepoli, abbandonatolo, fuggirono.
35.
Corale (Coro I; Coro II; coro di voci bianche) (5'45'')
Testo
O
uomo, compiangi il tuo grande peccato, per cui Cristo, inviato dal
grembo di suo padre, venne sulla Terra; per cui venne partorito da
una vergine pura e tenera; egli volle diventare il mediatore. Ai
morti egli diede la vita, liberandoli di ogni malattia, fino a che
venisse il tempo in cui sarebbe stato sacrificato per noi,
portando il grave onere dei nostri peccati sulla croce.
Commento
Questo
corale avrebbe dovuto figurare come il brano introduttivo della
'Passione secondo S. Giovanni'. Poi la sua destinazione cambiò.
E'
un corale "figurato", in cui cioè, partendo dalla
melodia tradizionale del corale, si dà "libero corso
all'invenzione di figure e modi polifonici di sviluppo"
(Bourgeois). La scrittura orchestrale - sempre secondo Bourgeois -
apparenta questo pezzo ai generi del concerto o della suite.
La
musica di questo corale é "attribuita a Matthaeus Greiter
corista a Strasburgo, pubblicata nel 1525. Bach la usa nelle opere
per organo e nel Choralgesaenge
286"29
In
qualche edizione c'é l'indicazione "soprano in ripieno",
il che vuol dire che ai due cori si dovrebbe aggiungere, cantando la
stessa melodia dei soprani, un coro di voci bianche.
C'é
prima un'introduzione orchestrale, in cui gli strumenti protagonisti
sono i flauti e gli oboi, che intonano una melodia di semicrome,
molto graziosa, punteggiata dai commenti del basso continuo. Poi
attaccano i soprani (e/o voci bianche) seguiti a mezza battuta
dal resto del coro. I successivi interventi hanno tutti una
struttura simile, con soprani o voci bianche che attaccano
sempre un attimo prima (a eccezione di due volte, in cui questo ruolo
é assunto dai contralti e dai bassi) I soprani-voci
bianche svolgono qui un evidente ruolo di "corifei", di
capo-coro. La melodia é sempre simile, ma sempre un po'
diversa da quella della strofetta precedente. Notare i piacevoli
contrasti tra accompagnamento e voci corali. Buon ascolto e
arrivederci alla seconda parte, che é più lunga. Anche
di questa asimmetria c'è un motivo. La prima parte era più
breve perchè era completata dal 'sermone' che provvedeva così
a ricreare un'uguaglianza.
FINE
DELLA PRIMA PARTE
SECONDA PARTE
36.
Aria e coro (Contralto; Coro II) (4')
Testo
Contralto:
Ah, il mio Gesù se ne é andato!
Coro
II: Dove é andato il tuo amico, o tu, la più bella tra
le donne?
Contralto:
E' possibile, posso vederlo?
Coro
II: Dove si é diretto il tuo amico?
Contralto:
Ah, il mio agnello é tra le unghie della tigre! Ah, dove é
andato il mio Gesù?
Coro
II: Lo vogliamo cercare insieme a te.
Contralto:
Ah, che devo dire all'anima, quando essa mi chiederà, con
angoscia: Ah, dove é andato il mio Gesù?
Commento
Il
contralto rappresenta la figlia di Sion privata del suo "amico".
Il tema è costituito da una lunghissima frase musicale di 12
battute e 41 note. La prima nota del contralto viene tenuta per
ben 4 battute (sulla parola "Ach! (Ah!). “Tutta
l'intenzione musicale di questo pezzo dolce e melanconico é
basata sull'assenza, la solitudine e l'incertezza angosciante
dell'arresto di Gesù, che lascia dietro di sé il mondo
nella desolazione." (Bourgeois).
Dopo
il primo intervento del contralto, il coro II intona una breve fuga
(iniziata dai contralti) con melodia dello stesso tipo, ma diversa,
da quella del solista. Anche qui, come altre volte (per esempio nel
n. 1) il coro II ha la funzione di colui che fa le domande. Ma il
contralto risponde con altre domande, e la linea melodica é
tale da dare proprio la sensazione di un punto interrogativo. Nuove
domande del coro II, con un'altra fughetta, stavolta iniziata dai
tenori. Nuovo intervento interrogativo del contralto, simile a
quello precedente. Stavolta, la fughetta del coro (l'ultima del
pezzo) viene iniziata dai bassi. Ma ora non si tratta di una domanda.
Con una nuova domanda risponde invece il contralto e tutto il pezzo
si conclude ancora in modo interrogativo.
37.
Recitativo (Evangelista, tenore) (56')
Testo
Quelli
che avevano arrestato Gesù, lo condussero da Caifa, sommo
sacerdote, presso il quale gli scribi e gli anziani si erano
radunati. Pietro lo seguiva da lontano fino al cortile del sommo
sacerdote, ed entratovi, sedeva con i servi per vedere la fine.
Ora i pontefici e tutto il sinedrio cercavano qualche falsa
testimonianza contro Gesù, per farlo morire, ma non ne
trovavano.
38.
Corale (Coro I; Coro II) (52'')
Testo
Il
mondo mi ha giudicato ingannevolmente con menzogne e false accuse,
molte insidie e segreti intrighi. Signore, sostieni la mia verità
in questo pericolo, proteggimi contro le false malizie.
Commento
Mi
sembra un altro di quei corali in cui si vede l'aspetto
"trionfante" del protestantesimo (come già il n.
31). Chi parla qui é l'anima eletta, ingannata dal mondo, ma
che può contare su dio proprio perché é stata
scelta e separata dai predestinati alla dannazione.
Si
tratta della quinta strofa di un inno di Adam Reussner che parafrasa
il salmo 31, pubblicato nel 1533. La musica é stata "composta
inizialmente da Seth Kallwitz, Thomaskantor a Lipsia nella
seconda metà del Cinquecento. Bach la utilizza da versioni
successive anche per l'Oratorio
di Natale e nelle
cantate BWV 52 e 106 (Actus
tragicus)30
39.
Recitativo
(Evangelista,
tenore; testimone I, contralto;
testimone
II, tenore; pontefice, basso) (1' 11'')
Testo
Evangelista:
... pur essendosi presentati molti falsi testimoni. Finalmente,
accostatisi due, dissero:
Testimone
I e testimone II: Costui ha detto: Io posso distruggere il tempio di
Dio e riedificarlo in tre giorni.
Evangelista:
Il sommo sacerdote, alzatosi, gli disse:
Pontefice:
Non rispondi nulla? Che cosa testificano costoro contro di te?
Evangelista:
Ma Gesù taceva.
Commento
Da
notare l'intervento dei due falsi testimoni, che é a canone,
come per sottolineare che quello che dicono lo recitano
macchinalmente, a pappagallo, ripetendo l'uno - a distanza di un
tempo - quello che dice l'altro31.
Ma siccome non dicono la verità, la tecnica del canone
presenta un errore, una menzogna, cioè: le due voci cantano
esattamente la stessa melodia a distanza di 1/4, salvo che in un
punto, dove a un mi bemolle del primo tenore corrisponde un mi
naturale del secondo tenore. Come a dire, il trucco c'é, anche
se effettivamente é molto difficile vederlo.
Notare
anche la pausa che precede l'affermazione sul silenzio di Gesù
e i lenti accordi del basso continuo, alla fine, come per descrivere
proprio il silenzio (nel testo tedesco invece di "taceva"
si dice, più espressivamente, "taceva in
silenzio").
40.
Recitativo (tenore) (1'28'')
Testo
Il
mio Gesù tace davanti alle false menzogne, per mostrarci in
questo modo che la sua misericordiosa volontà é
rivolta, prima di noi, alla sofferenza, e che in simili dolori
dobbiamo essere simili a lui e tacere in silenzio nella persecuzione.
Commento
Di
nuovo qui si ha la descrizione musicale del silenzio. Gli strumenti
alternano brevi accordi con pause e solo il canto del tenore (anche
qui più da "arioso" che da vero recitativo)
stabilisce la continuità. E' un recitativo da commento
didascalico del significato religioso del brano evangelico
precedente. Nella strumentazione appare qui la viola da gamba, che
avrà un ruolo molto importante in seguito, a cominciare
dall'aria seguente.
41.
Aria (Tenore) (3'45'')
Testo
Pazienza!
Pazienza! Se mi pungono le false lingue, soffro la derisione e
gli insulti senza mia colpa; ah, che il buon Dio possa vendicare
l'innocenza del mio cuore.
Commento
Aria
bellissima in cui la viola da gamba (simile al violoncello, ma
dal suono più dolce) é l'unico protagonista strumentale
(oltre al basso continuo), mentre nel brano precedente la viola da
gamba era affiancata dagli oboi. Le crome legate alludono alla
pazienza, mentre le semicrome puntate con biscrome (insomma le note
più veloci) alludono alle "punture" delle false
lingue (Bourgeois e Siminovich), anche se in realtà
sembrano "punture" piuttosto dolci.
Dopo
un'introduzione dello scarno accompagnamento, il tenore esprime il
concetto della pazienza con una specie di sospiro ripetuto. Dopo
poche battute della viola da gamba sola, il solista riprende e
dispiega la lunga melodia.
42.
Recitativo e coro
(Evangelista,
tenore; pontefice, basso; Gesù, basso; Coro I; Coro II)
(1'28'')
Testo
Evangelista:
Il sommo pontefice gli disse:
Pontefice:
Ti scongiuro per il Dio vivente, che tu ci dica se sei il Cristo, il
Figlio di Dio.
Evangelista:
Gesù gli risponde:
Gesù:
Tu l'hai detto. Anzi vi dico: da ora vedrete il Figlio
frll’Uo-
mo
seduto alla destra della Potenza, venire sulle nubi del cielo.
Evangelista:
Allora il sommo pontefice si stracciò le vesti, dicendo:
Pontefice:
Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora
voi avete udito la sua bestemmia. Che ve ne pare?
Evangelista:
Ora quelli, rispondendo, dissero:
Coro
I e Coro II: E' reo di morte!
Commento
Notare,
durante l'intervento di Gesù, il movimento dei violini
che allude alle nuvole di cui Gesù sta parlando (Siminovich).
L'intervento dei due cori, brevissimo (5 battute, 13 secondi) é
un pezzo a canone in cui ci sono 10 attacchi successivi della
frase, che ha l'effetto - come dice Bourgeois - di una "palla di
neve" che va amplificando il suo spettro sonoro per dare
l'impressione di "linciaggio".
43.
Recitativo e coro
(Evangelista,
tenore; Coro I; Coro II) (39'')
Testo
Evangelista:
Allora gli sputarono in faccia e lo schiaffeggiarono; altri poi lo
percossero, dicendo:
Coro
I e Coro II: Indovina, o Cristo, chi ti ha percosso!
Commento
La
forma musicale del breve doppio coro, con i vocalizzi sulla parola
"Weissage" (Indovina", ma anche "profetizza"),
e con l'alternarsi disordinato dei due cori sulle parole "wer
ist's" ("chi é") dà un'idea abbastanza
chiara della beffa di questa specie di "schiaffo del soldato".
44.
Corale (Coro I; Coro II) (55'')
Testo
Chi
ti ha colpito così, o mia salvezza, e ti ha malmenato così
atrocemente? Infatti tu non sei un peccatore, come noi e i
nostri figli; tu non sai nulla di peccati.
Commento
Corale
bello, calmo, da cantare in piano, come si addice al testo di tipo
consolatorio nei confronti di Gesù. La melodia é la
stessa del n. 16 ("Ich bin's, ich sollte büssen":
"Sono io, io dovrei espiare").
45.
Recitativo e coro
(Evangelista,
tenore; 1. serva, soprano; Pietro, basso;
2.
serva, contralto; Coro II) (1' 03'')
Testo
Evangelista:
Pietro, intanto, era seduto fuori nel cortile quando gli si accostò
una serva, dicendo:
1.
serva: Anche tu eri con Gesù il Galileo.
Evangelista:
Ma egli negò davanti a tutti dicendo:
Pietro:
Non so cosa dici.
Evangelista:
Ora, uscito nel portico, un'altra lo vide e dice a quelli che
erano colà:
2.
serva: Questi era con Gesù il Nazareno.
Evangelista:
Ma di nuovo egli negò con giuramento:
Pietro:
Non conosco quell'uomo.
Evangelista:
E poco dopo, accostatisi i presenti, dissero a Pietro:
Coro
II: Veramente anche tu appartieni ad essi, infatti anche il tuo modo
di parlare ti dà a conoscere.
Commento
Secondo
Siminovich, qui - nel passo corale - Bach, proprio perché usa
la parola "Sprache" ("lingua", "linguaggio"
o, qui, "modo di parlare") usa il suo linguaggio preferito
e cioè quello dei concerti brandeburghesi, udibile soprattutto
nella parte dei flauti. Cioè: anche Bach é stato
tradito - come Pietro - dal suo 'modo di parlare', dalla sua
'lingua', ("Sprache"), nel senso che la sua preferenza
linguistica si é insinuata proprio in questo pezzo. Martinini
osserva che il fatto che Bach qui usi il ritmo profano e leggero di
una gavotta indica che non vuole essere troppo severo nei confronti
della debolezza di Pietro.
46.
Recitativo (Evangelista, tenore; Pietro, basso) (1'27'')
Testo
Evangelista:
Allora cominciò a maledire e giurare:
Pietro:
Non conosco quell'uomo
Evangelista:
E subito il gallo cantò. Pietro si ricordò della parola
dettagli da Gesù: "Prima che il gallo canti, mi
rinnegherai tre volte". E uscito fuori, pianse amaramente.
Commento
Il
terzo rinnegamento di Pietro é naturalmente più
arrabbiato. Poi, quando l'Evangelista menziona il canto del
gallo, si ha una vaga imitazione del ‘chichirichì’.
L'ultima frase, sul pianto di Pietro, é molto bella: il
vocalizzo sulla parola "weinete" ("pianse")
descrive il pianto stesso. Si prepara così il clima
adatto per la bellissima aria seguente.
47.
Aria (Contralto) (6'51'')
Testo
Abbi
pietà di me, in grazia del mio pianto! Guarda qui, cuore e
occhio piangono davanti a te, amaramente.
Commento
La
lunga aria, su un ritmo di ‘siciliana’ comincia con una
dolcissima introduzione strumentale affidata al violino solo
(che é il vero protagonista del pezzo), che sviluppa così
il tema del "pianto" di Pietro, mentre il testo
"interiorizza" questo pianto come attribuendolo al fedele.
Anche qui le note pizzicate dei violini che appaiono in certi punti
alludono (Siminovich) alle lacrime del pianto di cui si parla nel
testo.
48.
Corale (Coro I; Coro II) (1'13'')
Testo
Anche
se poco fa me ne sono andato via da te, ora torno a te, giacché
tuo figlio si é fatto uguale a noi tramite la sua angoscia e
la sua sofferenza mortale. Io non rinnego la mia colpa, ma la
tua grazia e la tua benevolenza sono molto più grandi che
il peccato, che continuo a trovare in me.
Commento
Corale
intimista e tranquillo, forse uno dei più belli, dalla melodia
molto popolare e orecchiabile.
49.
Recitativo e coro
(Evangelista,
tenore; Giuda, basso; Coro I; Coro II) (1'06'')
Testo
Evangelista:
Fattosi poi giorno, presero consiglio tutti i pontefici e gli anziani
del popolo contro Gesù per farlo morire. Legatolo, lo
condussero e consegnarono al governatore Ponzio Pilato. Allora
Giuda che l'aveva consegnato, vedendo che era stato condannato32,
preso dal rimorso, restituì i trenta denari d'argento ai
pontefici e agli anziani, dicendo:
Giuda:
Ho peccato, avendo consegnato un sangue innocente.
Evangelista:
Ma quelli risposero:
Coro
I e Coro II: Che importa a noi? Pensaci tu.
Commento
Nel
recitativo, notare le tre semicrome discendenti del basso continuo
sulle parole "töteten" ("uccidessero") per
alludere appunto alla morte. Nel brevissimo pezzo corale i due cori
si inseguono e non si ritrovano del tutto insieme neppure sulla
nota finale, forse per sottlineare il modo scomposto con cui agisce
questa folla assetata di linciaggio.
50.
Recitativo
(Evangelista,
tenore; Pontefice I, basso; Pontefice II, basso) (41'')
Testo
Evangelista:
E gettati i denari nel tempio, si allontanò e andò a
impiccarsi. Ma i pontefici, presi i denari, dissero:
Pontefice
I e Pontefice II: Non é lecito metterli nel tesoro, perché
é prezzo di sangue.
Commento
Notare
il duetto dei bassi che rappresentano i due pontefici, che
ricorda vagamente l'altro duo che abbiamo già ascoltato,
quello dei falsi testimoni che abbiamo visto (n. 39). Qui, secondo
Siminovich, Bach usa delle armonie modali (cioè arcaiche) e
non tonali, proprio perché vengono rappresentati personaggi
arcaici come i sacerdoti anteriori al Cristianesimo.
51.
Aria (Basso) (2'55'')
Testo
Ridatemi
il mio Gesù, vedete, il denaro, il prezzo dell'assassinio,
il figliolo perduto ve lo butta davanti ai piedi!
Commento
Altra
aria bellissima. Secondo Siminovich e Martinini qui entra in azione
l'opera buffa: il testo è piuttosto strano. Sembra quasi il
momento del matto, del jolly, del buffone del teatro barocco che dice
la verità dicendo cose folli. E del resto anche la musica non
ha nulla di mistico, di religioso.
Allo
stesso tempo, il testo dà l'idea di un disperato aggrapparsi
del fedele a qualsiasi cosa per salvare Gesù. Già
nell'aria del n. 47 per contralto, si era notato il ruolo
preponderante del violino solo. Ritroviamo qui la stessa
cosa perché Bach vuole stabilire una simmetria tra la
vicenda del rinnegamento di Pietro e quella del tradimento di
Giuda (Bourgeois). Dice Siminovich che le note staccate che si
sentono ogni tanto, fin dall'inizio, alludono al tintinnare delle
monete che Giuda butta nel tempio. Notare l'alternarsi - nel
violino solo - di passi relativamente piani e calmi, che
espongono il tema principale, con altri che contengono velocissime
scalette ascendenti.
52.
Recitativo (Evangelista, tenore; Pilato, basso; Gesù, basso)
(2'05'')
Testo
Evangelista:
E dopo aver tenuto consiglio, comprarono con essi il campo del vasaio
per la sepoltura degli stranieri. Perciò quel campo fu
chiamato: "campo di sangue" fino ad oggi. Allora si adempì
ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremia:
"Presero i trenta denari d'argento, prezzo di colui che era
stato venduto, messo a prezzo dai figli di Israele e li diedero per
il campo del vasaio, come il Signore mi aveva ordinato. Gesù
poi comparve davanti al governatore e il governatore lo interrogò
dicendo:
Pilato:
Tu sei re dei Giudei?
Evangelista:
Gesù rispose:
Gesù:
Tu lo dici.
Evangelista:
Ma egli, mentre era accusato dai pontefici e dagli anziani, non
rispose nulla. Pilato allora gli dice:
Pilato:
Non senti quante cose attestano contro di te?
Evangelista:
Ma non rispose neppure ad una parola, sicché il governatore
se ne meravigliò assai.
53.
Corale (Coro I; Coro II) (1'10'')
Testo
Affida
il tuo cammino e tutto ciò che addolora il tuo cuore alla
fedele guida di colui che governa il cielo. Colui che traccia
la via e dà impulso e direzione alla corsa delle nuvole,
dell'aria e dei venti, colui troverà anche i sentieri per cui
può andare il tuo piede.
Commento
E’
la terza edizione del corale che viene ripetuto 5 volte (le due
precedenti erano i n. 21 e 23 e le due che restano sono i numeri 63 e
72).
54.
Recitativo e coro
(Evangelista,
tenore; Pilato, basso; moglie di Pilato, soprano
Coro
I; Coro II) (2'20'')
Testo
Evangelista:
In ogni festa, il governatore era solito rilasciare alla folla un
prigioniero, quello che essi volevano. Allora, avevano un
prigioniero famoso detto Barabba. Pilato dunque, essendo essi
radunati, disse loro:
Pilato:
Chi volete che vi liberi, Barabba o Gesù detto il Cristo?
Evangelista:
Egli infatti sapeva che glielo avevano consegnato per invidia. Mentre
egli sedeva in tribunale, la moglie gli mandò a dire:
Moglie
di Pilato: Non vi sia nulla fra te e quel giusto perché oggi,
in sogno, ho molto sofferto per causa sua.
Evangelista:
Ora, i pontefici e gli anziani persuasero le folle a chiedere Barabba
e a perdere Gesù. Riprendendo la parola, il governatore disse
loro:
Pilato:
Quale dei due volete che io vi liberi?
Evangelista:
Allora essi dissero:
Coro
I e Coro II: Barabba!
Evangelista:
Dice loro Pilato:
Pilato:
Cosa dunque farò di Gesù detto il Cristo?
Evangelista:
Rispondo tutti:
Coro
I e Coro II: Sia crocifisso!
Commento
Pezzo
complesso e drammatico. Attenzione ai due brevi interventi
corali. Il "Barabbam!" é solo un terribile
urlo, che appare all'improvviso, e suscitare sorpresa. E' un urlo
urlato da ambedue i cori, su un dissonante accordo di settima
diminuita. Il secondo intervento é una breve "turba"
in cui il coro deve apparire il più cattivo possibile. A
questo serve il carattere angoloso e "cruciforme" della
linea melodica. D'altra parte anche il segno del 'diesis' sembra
una specie di croce, e qui i diesis sono molti. E' probabile che
anche questo non sia casuale.
Il
brano consta in una brevissima fuga in cui le voci si accavallano
fino a raggiungere un volume quasi insopportabile. Per questo il
suono deve continuamente gonfiarsi, violando ogni regola di
eleganza musicale, fino alla conclusione "brutale" come
dice Bourgeois (che definisce questi interventi corali "il coro
universale dell'odio"). Siamo ad una svolta drammatica della
vicenda, perché ora la morte di Gesù é decisa.
Questo
canto è però accompagnato da una linea melodica del
flauto del tutto diversa. Secondo Martinini ciò potrebbe
significare che l’orrore della crocifissione si inserisce in un
piano provvidenziale, per cui “non tutto il male viene per
nuocere” e anche il brutto ha un aspetto positivo.
Il
breve coro del "Crocifiggilo!" si ripeterà tale e
quale, solo su una nota più alta, più avanti, al n.59.
Ma
attenzione, che per compensare questa tensione, subito dopo, senza
interruzione, arriva un corale di carattere completamente
diverso.
55.
Corale (Coro I; Coro II) (52'')
Testo
Ma
come é meraviglioso questo castigo! Il buon pastore soffre per
le sue pecore; la colpa la paga il padrone, il giusto, per i suoi
servi!
Commento
A
proposito di questo corale Siminovich parla di 'ambiguità'
perché dal precedente coro terrificante Bach ci trasporta al
clima dolce di questo pezzo facendo cominciare il corale,
stranamente, con una dissonanza tra la prima nota dei soprani e
quella dei contralti, mentre i bassi cantano un pezzo di scala
cromatica (per semitoni) ascendente. Poi la situazione si rasserena
subito, in accordo con il testo che espone il lato positivo del
sacrificio di Gesù, utilizzando, come altrove, antitesi
tipicamente barocche (meraviglioso / castigo; pastore / pecore;
padrone / servo). La stessa melodia di questo corale si era già
sentita al n. 3 (il primo corale della Passione, dal titolo
"Herzliebster Jesu, Was hast du verbrochen").
56.
Recitativo (Evangelista, tenore; Pilato, basso) (16'')
Testo
Evangelista:
Ma egli replicò:
Pilato:
Che male dunque ha fatto?
Commento
Nella
linea musicale si sente la costernazione che segue alla tragedia,
qui espressa nella perplessità di Pilato, che in fondo sembra
parteggiare per Gesù.
57.
Recitativo (Soprano) (1'18'')
Testo
Egli ha
fatto del bene a tutti noi: ai ciechi ha dato la vista, ha fatto
camminare i paralitici, ci ha detto la parola di suo Padre, ha
cacciato via i demoni, ha consolato gli afflitti, ha accolto i
peccatori. Nient'altro ha fatto il mio Gesù.
Commento
La
riflessione del soprano in questo recitativo-arioso é in
continuità col tono delle brevi parole di Pilato. La
melodia é languida, meditata, costernata. Il canto del solista
viene come commentato dagli oboi da caccia.
58.
Aria (Soprano) (4'35'')
Testo
Per
amore vuole morire il mio Salvatore! Non sa nulla del peccato. <Ma
lo fa> perché l'eterna dannazione e il castigo del giudizio
non rimangano sulla mia anima.
Commento
Questa
bellissima aria é la logica continuazione del
recitativo-arioso precedente. Il clima resta lo stesso. Ai due
oboi da caccia si aggiunge il flauto traverso, in modo che i tre
strumenti formano col soprano un "quartetto" (Bourgeois),
mentre il basso continuo non c'é. Questo accentua la
sensazione di "sospensione" (come abbiamo visto anche
altrove) che d'altronde é data anche dal carattere della linea
melodica e dalle frequenti corone (fermate ad libitum su una nota) e
dalle pause su cui qua e là il canto si arresta meditabondo.
Notate i begli arabeschi della parte del flauto.
59.
Recitativo e coro
(Evangelista,
tenore; Coro I; Coro II; Pilato, basso) (1'57'')
Testo
Evangelista:
Essi intanto gridavano più forte dicendo:
Coro
I e Coro II: Sia crocifisso!
Evangelista:
Allora Pilato, visto che non approdava a nulla ma, anzi, che ne
nasceva un tumulto, prese dell'acqua e si lavò le mani davanti
al popolo, dicendo:
Pilato:
Io sono innocente del sangue di questo giusto. Ve la vedrete voi.
Evangelista:
E tutto il popolo rispose:
Coro
I e Coro II: Il sangue suo ricada su noi e sui nostri figli.
Evangelista:
Allora, egli lasciò loro libero Barabba e, dopo averlo fatto
flagellare, consegnò loro Gesù, perché fosse
crocifisso.
Commento
Del
primo intervento corale ("Sia crocifisso!") abbiamo già
detto a proposito del n. 54. Qui la tonalità é di una
nota più alta, evidentemente per far vedere che la turba si é
arrabbiata ancora di più. La melodia del secondo intervento
del coro é abbastanza bella e risulta strano che una melodia
simile corrisponda alla tremenda auto-maledizione del
testo.
60.
Recitativo (Contralto) (1'11'')
Testo
Pietà,
o Dio! Qui c'é il Salvatore, legato. O fustigazione, o colpi,
o ferite! Voi carnefici, fermatevi! La vista di un tale strazio non
vi intenerisce l'anima? Ah già, voi avete un cuore duro
come la colonna del martirio, o ancora di più. Pietà!
Fermatevi!
Commento
Le
crome puntate con semicroma dell'accompagnamento danno il clima del
dramma e alludono anche (secondo Siminovich) al ritmo della
flagellazione. Il canto del contralto invece, qui, ha veramente
più del vero recitativo che non dell'arioso.
61.
Aria (Contralto) (6')
Testo
Se
le lacrime delle mie guance non ottengono nulla, oh, prendete il mio
cuore! Che esso faccia da calice del sacrificio che accolga il dolce
scorrere del sangue dalle sue ferite.
Commento
Il
ritmo dell'accompagnamento é affine al recitativo-arioso
precedente, quindi sullo sfondo resta il ricordo della
flagellazione. Ma é solo un ricordo, perché i
"colpi" sono più dolci. "La terribile durezza e
rigidità dell'arioso viene trasformata in un canto di
lamento quasi danzante (ritmo di sarabanda in 3/4)" (Bourgeois).
62.
Recitativo e coro (Evangelista, tenore; Coro I; Coro II) (1'05'')
Testo
Evangelista:
I soldati del governatore, condotto che ebbero Gesù nel
pretorio, gli radunarono intorno l'intera coorte e, dopo averlo
spogliato, lo rivestirono di una clamide scarlatta. Intrecciata
poi una corona di spine, la posero sulla sua testa, gli misero una
canna nella destra e, inginocchiandosi davanti a lui, lo
schernivano, dicendo:
Coro
I e Coro II: Salve, o re dei Giudei!
Evangelista:
Quindi, dopo avergli sputato addosso, gli prendevano la canna e
gliela sbattevano sul capo.
Commento
Notare
il carattere sarcasticamente declamatorio di questo brano: "Jesus
Nazarenus Rex Iudaeorum", in sigla "INRI" era infatti
anche il cartello che fu messo sulla croce. Il carattere derisorio
del brano é espresso anche dai trilli che alludono ad una
specie di 'marameo'.
63.
Corale (Coro I; Coro II) (2'11'')
Testo
O capo
pieno di sangue e di ferite, pieno di dolore e di disprezzo! O capo
cinto per scherno da una corona di spine! O capo, già
bellamente adorno di grande onore e bellezza, ora invece tanto
vilipeso, io ti saluto! O nobile viso per cui teme e trema il
grande peso del mondo, come hanno potuto sputarti addosso! Come
sei impallidito, chi ha ridotto in modo così miserevole la
luce dei tuoi occhi, a cui altrimenti nessuna luce poteva essere
paragonata?
Commento
Ed
ecco la quarta edizione del corale che si ripete 5 volte. Questa é
la volta buona, perché qui il testo (o almeno parte del testo,
non so) é quella del corale originario. E perciò questa
edizione é più lunga: la prima strofa viene ripetuta
con 2 testi diversi; poi viene la seconda strofa musicale con altro
testo; poi si ricomincia da capo con altri testi. I fedeli, col
loro commento, fanno una specie di contro-parodia alla parodia dei
soldati: quelli salutavano il "re dei Giudei" per scherno,
i fedeli lo salutano davvero, con questo corale.
Perché
a questo punto il corale che viene ripetuto cinque volte nel corso
della Passione è un corale doppio? Secondo Siminovich la cosa
si spiega col fatto che qui siamo arrivati ad un momento cruciale,
alla fine del processo che prelude alla crocefissione vera e propria.
E il momento andava marcato con un brano corale per solennizzare il
momento.
64.
Recitativo (Evangelista, tenore) (48'')
Testo
Evangelista:
Dopo averlo schernito, lo spogliarono della clamide, gli rimisero le
sue vesti e lo condussero via, per crocifiggerlo. Nell'uscire,
trovarono un uomo di Cirene chiamato Simone e lo costrinsero a
portare la sua croce.
Commento
Notare
il vocalizzo sulla parola kreuzigten" ("crocifiggerlo"),
vocalizzo anche qui, naturalmente, grosso modo a forma di croce.
65.
Recitativo (Basso) (39'')
Testo
Sì!
Certamente in noi la carne e il sangue vogliono essere costretti alla
croce; quanto più fa bene alla nostra anima, tanto più
é duro portarla.
Commento
Insomma,
la morale della favola é che siamo nati per soffrire.
Abbiamo qui di nuovo un arioso che prepara la successiva
bellissima aria. A cantarlo é il basso corrispondente al Coro
I, che avrà anche più avanti il ruolo di assistente di
Gesù sulla crocefissione, e che qui fa da interiorizzazione
di Simone di Cirene: quello portava la croce realmente, questo la
porta simbolicamente, nell'anima. Qui, sotto i brevi svolazzi
dei flauti, già riappare, con funzione di
accompagnamento in forma di arpeggio, la viola da gamba che sarà
protagonista assoluta nell'aria seguente.
66.
Aria (Basso) (7')
Testo
Vieni,
o dolce croce, così voglio dire, o mio Gesù, dammela
per sempre. Se qualche volta la mia sofferenza mi diventa troppo
pesante, tu stesso mi aiuterai a portarla.
Commento
Varrebbe
la pena di venire a sentire la Passione anche solo per questo
pezzo. Secondo Bourgeois, gli arabeschi suonati dalla viola da gamba
raffigurano la pesantezza della croce e il passo strisciante e
faticoso di Gesù sulla via del Golgota. A dare l'impressione
dei passi contribuisce però anche l'accompagnamento ritmato
del basso continuo. Al di là, però, di questi elementi
descrittivi, c'é da godersi soprattutto il canto dolce e
tenero della viola da gamba in questo che é il più
bello e famoso pezzo che sia stato composto per questo strumento.
67.
Recitativo e coro (Evangelista, tenore; Coro I; Coro II) (3'13'')
Testo
Evangelista:
Giunti nel luogo detto Golgota, che significa "luogo" del
cranio", gli diedero da bere vino misto con fiele, ma egli,
assaggiatolo, non ne volle bere. Avendolo poi crocifisso, si
divisero le sue vesti, tirandole a sorte e, seduti là,
gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo posero scritto il
motivo della sua condanna: "Questi é Gesù, il re
dei Giudei". Allora furono crocifissi con lui due ladroni, uno a
destra e l'altro a sinistra. Ora, quelli che passavano lo
insultavano, scuotendo la testa e dicendo:
Coro
I e Coro II: Tu che distruggi il tempio e lo riedifichi in tre
giorni, salva te stesso; se sei Figlio di Dio scendi dalla croce.
Evangelista:
Parimenti anche i pontefici, beffandosi di lui con gli scribi e gli
anziani, dicevano:
Coro
I e Coro II: Ha salvato gli altri e non può salvare se stesso.
E' re d'Israele: discenda ora dalla croce e noi gli crederemo. Ha
confidato in Dio, lo liberi ora se gli vuol bene, perché ha
detto: Sono Figlio di Dio.
Evangelista:
Allo stesso modo, anche i ladroni crocifissi insieme con lui lo
oltraggiavano.
Commento
Notare,
nel recitativo, il tono solenne, da "cartellone" con cui
viene pronunciato il dell'insegna messa sulla croce.
Il
primo dei due interventi corali é una "turba" molto
turbolenta: i due cori cantano prima a canone (attacca per primo il
coro II) e poi in modo parzialmente fugato, per poi trovarsi insieme
alla fine. Simile é l'andamento della seconda turba, un po'
più lunga, con due minifughette e progressioni discendenti
(ripetizione di un frammento melodico su note ogni volta più
basse) sulle parole "discendi dalla croce", appunto per
alludere, ironicamente qui, alla "discesa". Infine:
conclusione declamatoria per riferire le parole di Gesù:
"Io sono il Figlio di Dio".
68.
Recitativo (Evangelista, tenore) (15'')
Testo
Evangelista:
Allo stesso modo, anche i ladroni crocifissi insieme con lui lo
oltraggiavano.33
69.
Recitativo (Contralto) (1'57'')
Testo
Oh
Golgota, funesto Golgota! Il Signore della magnificenza deve qui
morire ignominiosamente, la benedizione e la salvezza del mondo viene
messa in croce come un maledetto. Al creatore del cielo e delle terre
viene sottratta la
terra e l'aria. L'innocenza deve qui morire come fosse
colpevole; questo commuove la mia anima, oh Golgota!
Commento
Si
comincia a respirare aria di morte. Questo arioso é quasi una
pre-marcia funebre. Gli oboi da caccia si lamentano sinistramente,
con staticità confermata dal monotono accompagnamento
pizzicato dei violoncelli, che scandisce l'inesorabile trascorrere
del tempo. La stranezza, il carattere spettrale della situazione é
reso anche dalla tonalità inconsueta, dalle numerose
alterazioni. E' come se nel film fosse stato inserito un filtro che
cambia completamente il colore delle immagini.
Nel
canto alcune pause inducono a paragonare il fraseggiare ansimante
della solista all'aria che manca a Gesù, di cui si parla nel
testo. E' buio. Manca l'aria. Ma l'"aria" viene subito
dopo.
70.
Aria e coro (Contralto; Coro II) (3'14'')
Testo
Contralto:
Guardate, Gesù ha steso la mano per prenderci. Venite!
Coro II: Dove?
Contralto:
Nelle braccia di Gesù! Cercate la redenzione, accogliete la
misericordia. Cercate!
Coro
II: Dove?
Contralto:
Nelle braccia di Gesù. Vivete, morite, riposate qui, voi
pulcini smarriti, restate
Coro
II: Dove?
Contralto:
Nelle braccia di Gesù!
Commento
Ed
ecco infatti che mentre il testo mostra l'aspetto positivo della
tragedia di Gesù, anche la musica cambia: abbiamo un colore
diverso, si fa un po' di luce, si respira aria. Gli oboi da caccia,
invece di pigolare sinistramente come nel pezzo precedente, intonano
una melodia più spigliata che fa pensare non più ad un
passo lento da marcia funebre ma ad un procedere moderatamente
gioioso. Gli oboi da caccia preparano il canto della solista,
anch'esso più mosso, arieggiato, pieno di vocalizzi alternati
a note lunghe, in dialogo con i brevissimi interventi
interrogativi del Coro II, che ricordano quelli analoghi del n.
1.
71.
Recitativo e coro
(Evangelista,
tenore; Gesù, basso; Coro I; Coro II) (2'20'')
Testo
Evangelista:
Dall'ora sesta, poi, si fece buio su tutta la terra fino all'ora
nona. E verso l'ora nona, Gesù gridò a gran voce,
dicendo:
Gesù:
Eli, Eli, lama lama asabthani!
Evangelista:
Cioè: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai
abbandonato?" Ora, alcuni di coloro che stavano là,
avendolo udito, dicevano:
Coro
I: Costui chiama Elia!
Evangelista:
E subito dopo uno di essi corse a prendere una spugna e, dopo averla
inzuppata d'aceto e posta in cima ad una canna, gli dava da bere. Gli
altri invece dicevano:
Coro
II: Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo!
Evangelista:
Gesù intanto, dopo aver di nuovo gridato a gran voce, spirò.
Commento
Nel
recitativo, notate la drammaticità del primo intervento.
Quando Gesù, con una melodia tortuosa, dà espressione
alla sua "tentazione" (che, secondo Wojtyla, consiste
appunto nella sfiducia verso suo padre) il suo canto appare per
la prima e unica volta privo dell'accompagnamento degli archi
(osservazione di Bourgeois). Tentativo di interpretazione mia:
l'accompagnamento serviva a sottolineare il carattere divino di
Gesù: in questo momento egli, nella sua disperazione,
appare nella sua nuda umanità, solo (e quindi tanto solo che
sta anche senza la compagnia degli strumenti ad arco).
Notate
inoltre la concitazione delle due brevissime "turbe", che
hanno una certa somiglianza con il "Jesus von Nazareth"
della Passione secondo S. Giovanni. Dopo la menzione dell'ultimo
grido di Gesù, lentamente l'evangelista comunica il suo
decesso. Ed ora gustatevi il successivo
72.
Corale (Coro I; Coro II) (1'40'')
Testo
Quando
un giorno mi devo congedare, tu non congedarti da me! Quando dovrò
subire la morte, tu vieni a me! Quando il mio cuore soffrirà
nel modo più atroce, liberami dalla paura mediante la tua
angoscia e la tua sofferenza!
Commento
Ecco
la quinta e ultima versione del corale ripetuto. Così come
alla sua prima apparizione era apparsa anche la parola-chiave
"Erkenne mich" ("riconoscimi": riconosci questa
melodia, così la ritroverai altre 4 volte) così adesso,
non a caso (credo), c'é la parola-chiave "scheiden",
cioè "separare", "congedarsi": Gesù
si é congedato perché é morto, e il
corale-chiave della Passione si congeda perché d'ora in poi
non si sentirà più. Inoltre il fedele parla del suo
futuro "congedo", quando morirà. La stessa parola
'congedarsi' ha quindi almeno tre significati.
73.
Recitativo e coro (Evangelista, tenore; Coro I; Coro II) (2'33'')
Testo
Evangelista:
Ed ecco, il velo del tempio si scisse in due parti dall'alto al
basso, la terra fu scossa e le rocce si spaccarono, i sepolcri
si aprirono e molti corpi di santi che riposavano, risuscitarono
ed usciti dai sepolcri, dopo la sua resurrezione, entrarono
nella città santa e si manifestarono a molti. Il centurione e
coloro che facevano la guardia a Gesù, veduto il terremoto e
quello che avveniva, ebbero gran paura e dissero:
Coro
I e Coro II: Veramente costui era Figlio di Dio.
Evangelista:
Ora, vi erano là molte donne che guardavano da lontano, le
quali avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo.
Tra esse c'era Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe
e la madre dei figli di Zebedeo. Fattasi sera venne un uomo ricco di
Arimatea, di nome Giuseppe, anch'egli discepolo di Gesù,
il quale, presentatosi a Pilato, chiese il corpo di Gesù.
Allora, Pilato comandò che gli fosse dato.
Commento
Notate
l'efficacissimo descrittivismo del primo intervento dell'Evangelista
(nella Passione secondo S. Giovanni di Bach, nel punto
corrispondente, sia il testo che la musica sono quasi identici):
la linea melodica del tenore e le scalette velocissime del basso
continuo mimano il movimento della spaccatura del velo del
tempio. Poi si sente il terremoto. E sulle parole "schliefen"
("dormivano") c'é una nota lunga bassa proprio per
indicare l'immobilità del sonno.
Qui
abbiamo inoltre uno dei tanti giochi cabalistici che Bach inserisce
nella Passione come
in molte altre sue opere: il numero di note nel basso che accompagna
le diverse frasi dell'Evangelista sul terremoto e gli altri portenti
che si verificano coincide con il numero del brano della Scrittura in
cui quell'avvenimento viene esposto.
Ma
attenzione al brevissimo pezzo corale: sono 2 battute che
nell'edizione di Corboz durano 18 secondi, in quella di Richter ben
55 (il triplo!) e in quella nostra non so quanto, ma più o
meno come in quella di Corboz. Paul Steinitz scrive in proposito:
"Qui ... Bach impiega un doppio coro di voci e strumenti, per lo
più nel registro più acuto, e aggiunge una dissonanza
nella parte del basso continuo; la battuta precedente contiene una
violenta deviazione armonica ... in coincidenza delle parole
"erschraken sie sehr" ("si spaventarono molto")
dell'Evangelista, e una nota lunga e tristemente presaga nel
continuo. Tutte queste invenzioni contribuiscono, in complesso,
alla creazione di quelle che sono forse le due battute più
impressionanti di tutta la musica di Bach; é certo ed
evidente che egli si propose di farne il vertice della
Matthaeus-Passion, poiché deliberatamente dilatò quelle
parole, pronunciate da pochi, in una formidabile affermazione di
fede." Ma attenzione, non é che ci si possa
riposare: stiamo verso la fine e brani pezzi molto belli vengono
l'uno dopo l'altro. Eccone un altro:
74.
Recitativo (basso) (2'19'')
Testo
Di
sera, quando faceva fresco, il peccato di Adamo fu manifesto; di
sera, il Salvatore lo punì. Di sera tornò la colomba
portando un ramo d'olivo nel becco. Oh che momento soave é
l'ora della sera! Ora é conclusa la pace con Dio, perché
Gesù ha portato a termine la sua croce. Il suo cadavere
va al riposo. Ah, anima cara, prega, va, fatti donare Gesù
morto, salvatrice e preziosa reliquia.
Commento
Bellissima
poesia sul fascino della sera. E il fresco malinconico della brezza
serale é evocato dall'accompagnamento in semicrome, ripetute
due a due, dei violini primi. Mentre in certi punti il dispiegarsi
della linea melodica del basso forse allude (Bourgeois) al volo della
colomba che si menziona nel testo. Questo è uno dei casi in
cui l’arioso che precede l’aria è più bello
(come osserva Basso) della stessa aria successiva che ha il compito
di preparare.
75.
Aria (basso) (6'50'')
Testo
O
mio cuore, renditi puro, io stesso voglio seppellire Gesù.
Infatti egli troverà dentro me stesso la sua pace. Mondo, esci
da me, lascia entrare Gesù.
Commento
Aria
molto bella, melodica, meditativa ma allo stesso tempo spigliata e
mossa, molto orecchiabile. Anche questa é una siciliana, per
il ritmo, come il coro iniziale della Passione.
Abbiamo
qui un nuovo esempio di ‘anti-proiezione', di
‘introiezione’, di traduzione del mito evangelico in
fatto psicologico interiore. Il basso ha l'incarico di cantare
quest'aria perché abbiamo visto che fin dal numero 65 questo
solista ha il compito di accompagnare Gesù fino alla sua fine,
prima impersonando la versione simbolica di Simone di Cirene, che
aveva aiutato Gesù a portare la croce, e ora la versione
simbolica di Giuseppe di Arimatea, che si incarica delle
esequie. In questa simbolizzazione, il dolore del funerale di
Gesù viene reso un fatto positivo perché egli entrerà
nell'anima cacciandone gli aspetti mondani.
76.
Recitativo e coro
(Evangelista,
tenore; Coro I; Coro II; Pilato, basso) (2'33'')
Testo
Evangelista:
E Giuseppe, preso il corpo, l'avvolse in un lenzuolo pulito, lo
pose nel suo sepolcro nuovo che aveva tagliato nella roccia,
quindi, dopo aver rotolato una gran pietra all'entrata del sepolcro,
se ne andò. Ma Maria Maddalena e l'altra Maria stavano
là, sedute dinanzi alla tomba. Il giorno dopo, che é
quello successivo alla parasceve, i pontefici e i farisei, i
pontefici e i farisei si radunarono presso Pilato, per dirgli:
Coro
I e Coro II: Signore, ci siamo ricordati che quell'impostore
disse quando era ancora in vita: "Dopo tre giorni risusciterò".
Comanda dunque che sia assicurato il sepolcro fino al terzo giorno,
affinché i suoi discepoli non vadano a rubarlo e dicano al
popolo: "E' risuscitato dai morti" e l'ultima impostura
sarebbe peggiore della prima.
Evangelista:
Disse loro Pilato:
Pilato:
Avete una guardia, andate, sorvegliate come volete.
Evangelista:
Ed essi, partiti che furono, assicurarono la tomba, sigillandovi
la pietra e mettendovi la guardia.
Commento
La
"turba" contenuta in questo recitativo é molto
bella, con una netta prevalenza di elementi polifonici, anche se
l'inizio del pezzo é omofonico. Ma poi, quando si riporta, in
discorso diretto, la profezia di Gesù sulla sua resurrezione,
abbiamo una specie di canone, con una linea melodica ascendente; e
ascendente é anche la successione degli attacchi
(bassi-tenori-contralti-soprani), perché quando si resuscita
si sale, non si scende. Finito il discorso diretto, la frase
successiva é una minifuga discendente sia per la linea
melodica che per la successione delle voci (prima quelle alte,
poi quelle basse), cioè l'inverso di prima. Poi abbiamo
di nuovo un pezzo a canone, con voci che intervengono in modo
ascendente, ma con linea melodica più o meno orizzontale. E,
per finire, quando si cita l'altro discorso diretto che i discepoli
potrebbero pronunciare sulla resurrezione avvenuta, abbiamo un nuovo
pezzo a canone con linea ascendente e successione di voci più
o meno obliqua (soprani, poi tenori, poi contralti e bassi insieme).
Conclusione polifonicamente molto densa. Insomma questo pezzo é
quasi un completo campionario di forme polifoniche.
A
questo punto é finito il testo del Vangelo di Matteo riportato
in questa Passione. Rimangono i due bellissimi pezzi finali. Buon
ascolto.
77.
Recitativo e coro
(Basso,
Tenore, Contralto, Soprano, Coro II) (2'45'')
Testo
Basso:
Ora il Signore é stato portato al riposo.
Coro
II: Mio Gesù, buona notte!
Tenore:
E' cessata l'angoscia causatagli dai nostri peccati.
Coro
II: Mio Gesù, buona notte!
Contralto:
O membra sante, vedete come vi compiango con penitenza e rimorso,
perché il mio peccato vi ha portato a tale strazio.
Coro
II: Mio Gesù, buona notte!
Soprano:
Per sempre siate ringraziate mille volte per la vostra sofferenza,
perché avete dato tanto valore alla salvezza della mia anima.
Coro
II: Mio Gesù, buona notte!
Commento
Sublime.
Siamo al momento degli addii. I vari protagonisti si congedano
da Gesù morto. Perciò in questo corale sono presenti 4
solisti (corrispondenti al coro I, in rappresentanza di quella
famiglia), accompagnati dall'orchestra I, e, in rappresentanza
dell'altra famiglia, il coro II. Ma anche all'interno del coro ogni
volta si presenta una voce diversa che si anticipa di qualche nota
all'insieme del coro. Come a dire che l'addio a Gesù é
allo stesso tempo collettivo e individuale. Ognuno, ogni voce, vuole
aggiungere il suo proprio saluto al saluto di tutti.
Su
un accordo fermo degli archi, che così riprendono
simbolicamente il loro ruolo di accompagnatori degli interventi
di Gesù, il basso pronuncia la sua commossa frase di addio e
il coro II (ma i soprani si anticipano) gli risponde con una specie
di ninna nanna che ricorda quella del n. 26. Tocca poi al tenore e di
nuovo il coro (stavolta si anticipano i contralti) sempre in
pianissimo. Il contralto sviluppa la linea melodica già
conosciuta in una frase più lunga, su un testo in cui si parla
di rimorso, che era il tema prevalente di questo solista nel corso
della Passione; risposta del coro (anticipato dai bassi);
Intervento del soprano solista e ultimo intervento del coro (stavolta
anticipato dai tenori). E' come un riassunto. Dice Bourgeois: "Tutti
questi interventi solistici riassumono, nel corso delle loro curve
melodiche, l'inflessione tematica o ritmica dei loro ruoli
precedenti. Per la loro struttura e accompagnamento, essi
appaiono improvvisamente come messi al posto delle parole
di Gesù."
A
me questo pezzo fa venire i brividi, e fa pensare al Cristo morto di
Mantegna o al finale di quel film di Pasolini col ragazzo di borgata
che moriva sul letto di contenzione.
78.
Coro (Coro I; Coro II) (5'57'')
Testo
Ci
accasciamo piangendo e ti chiamiamo nella tomba: riposa sereno!
Sereno riposa! Riposate, voi membra esauste, riposate serene,
riposate bene! La vostra tomba e pietra funeraria siano un
comodo cuscino per la mente angosciata e un luogo di riposo delle
anime. In grande gioia qui gli occhi si addormentano.
Commento
Il
pezzo precedente é in un certo senso la conclusione. Questo é
come un epilogo. Nella Passione secondo S. Giovanni la situazione era
diversa. Lì un coro molto affine, come struttura e tipologia,
a questo, era il penultimo pezzo, cioè, in qualche modo,
la conclusione, mentre un bel corale faceva da epilogo.
In
ogni caso, c'era il coro I che pure lui voleva dare il suo saluto a
Gesù. ed eccolo qui, insieme al coro II e a tutti quanti. Ora
che Gesù si é addormentato, si può cantare anche
più forte. Il pezzo ha il carattere, dice Bourgeois, "di
una larga e solenne sarabanda (in tempo di 3/4), il cui tema trabocca
di note e scorre per onde fluenti (di lacrime, secondo il
testo); la sua scrittura a 4 voci strumentali e corali, all'unisono
dei due cori, si sdoppia in effetti di rinvio e di eco 'alla
Gabrieli'. Questo coro finale non invita più alla
contemplazione della peripezia di Gesù nel corso della
Passione, ma piuttosto si trattiene in lacrime davanti alla
tomba chiusa ... Tutta l'energia lirica, melodica, vocale e
strumentale prima accumulata si riversa allora in un possente fiume
tematico, che si svolge per gradi congiunti <per note vicine>
e che scorre in figure sinuose piene di impulsi ritmici e cadenzali".
L'introduzione
orchestrale presenta il bellissimo tema, cui segue una ripetizione
dell'ultima frase, in forma di eco. Il pezzo é una sarabanda,
cioè un tempo di danza: ma la sarabanda (al contrario di quel
che si può pensare per l'uso che questa parola ha poi assunto)
era una danza sensuale, ma allo stesso tempo dolorosa, lenta e
patetica. Quindi é proprio il tipo di musica che si addice a
questa situazione.
Interviene
poi il coro, che fa la stessa cosa, ed é il coro II a svolgere
il ruolo di eco. Breve interludio orchestrale. Poi seconda frase
melodica che é la continuazione di quella precedente, a
cui segue, senza interruzione, la terza, più complessa e più
variata. La sezione si conclude con una specie di declamazione
sulle parole "Hoechst vergnuegt" ("in gioia suprema").
Poi di nuovo un interludio orchestrale che prepara il "da capo",
cioè la ripetizione della prima parte del pezzo.
1
Cfr. Paolo Russo, Come
ascoltare le Passioni di Bach,.
Mursia, Milano, 1995, p. 8. Oltre che di questo interessantissimo
testo, nella mia 'guida' tengo conto anche dell'ottima illustrazione
della Passione, scritta da Jean-Luc Bourgeois per
l'opuscoletto illustrativo del compact disc
dell'esecuzione diretta da Michel Corboz, dell'analisi di Paul
Steinitz nella "Storia della musica" edita da
Feltrinelli, dell'introduzione di Arnold Schering alla
partitura dell'edizione Peters, e delle osservazioni di Sergio
Siminovich e Riccardo Martinini.
2
Russo, op. cit. p. 9.
3
Ibidem.
4
Op. cit. p. 10.
5
Cfr. ivi, p. 19.
6
Op. cit. p. 31.
9
Cfr. Russo, op. cit., pp. 30-31.
10
op. cit. p. 38.
12
Si parla di musica omofonica quando le diverse voci cantano lo
stesso testo, con lo stesso ritmo.
13
Fuorché nel suo ultimo intervento, quando Gesù dice:
"Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?".
Vedi il commento al brano musicale
corrispondente
a quell'episodio.
14
Invece in una Passione secondo Matteo di Heinrich Schütz c'é
una stranezza: qui gli archi accompagnano gli interventi
dell'Evangelista.
15
Op. cit. p. 490.
16
Op. cit. p. 490.
17
Per la traduzione della parte (la maggioranza) del testo che
appartiene al Vangelo ho riportato quella della Bibbia concordata.
La traduzione degli altri brani é mia. Ho preferito tradurre
in modo letterale anche se a volte il risultato non è
elegante.
18
La figura allegorica della Figlia di Sion è metafora della
Gerusalemme celeste. Questa immagine era già
stata
"utilizzata da Hunold nel 1704 e soprattutto da Brockes"
(cfr. Russo, cit., p. 44).
19
Introduzione alla partitura dell'edizione Peters.
20
Osserva a questo proposito Russo che questa insistenza sulla figura
dell'agnello é caratteristico della tradizione pietista (cioè
di quella corrente di
rinnovamento
del Protestantesimo di cui faceva parte anche Kant). Questa
corrente, infatti, "spesso si gingillava con l'immagine di
Gesù-agnellino
sacrificale"
(cfr. Russo, cit., p. 47). Invece Basso (op. cit. p. 488) dice che
“la citazione <dell’agnello> deve essere posta in
relazione con l’Apocalisse
giovannea,
dove la figura dell’Agnello (= Cristo), simbolo del sacrificio
cruento, è al centro di tutta la ‘visione’”
21
Op. cit. p. 485.
22
Cfr. Russo, cit. p. 47.
23
Cfr. Russo, cit. p.. 36.
25
Cfr. Russo, cit., p. 36.
26
Anche qui il tedesco ha un senso diverso: "Ah, volete dormire
e riposare?"
27
Op. cit. p. 489.
28
Questa insistenza sull'adempimento delle profezie delle
Scritture é caratteristica del Vangelo di Matteo, il più
legato - tra i 4 evangelisti – alla
tradizione
del Vecchio Testamento.
29
Cfr. Russo cit., p. 37.,
30
Cfr. Russo cit., p. 37.
31
Basso (op. cit. p. 486) invece scrive in proposito: “Su questi
due episodi <questo e quello successivo (n. 50) dei due
pontefici> le interpretazioni di stampo romantico si sono
sbizarrite nel cogliere, attraverso il canone – mostro di
doppiezza musicale! – il senso della falsità e della
pedanteria. Molto più semplicemente e concretamente diremo
che si tratta della logica soluzione musicale nel caso di due
soliloquentes
chiamati ad esprimersi contemporanemanete”.
32
Il testo tedesco precisa: "a morte"
33
Manca nel Vangelo di Matteo la distinzione tra il ladrone buono e
quello cattivo.
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